Sui sentieri ericini tra la Grotta di Polifemo, San Matteo e Pizzolungo – 20 febbraio 2022

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di Mario Torrente
ph. Baldo Giurlanda

Il Cai di Erice è tornato a percorrere i meravigliosi sentieri del Monte, questa volta con una suggestiva escursione ad anello nel versante Nord, dalla Grotta di Polifemo a Pizzolungo, passando dall’area demaniale di San Matteo e dal Semaforo, per chiese medievali rupestri e strutture militari che portano indietro nel tempo, negli anni della seconda guerra mondiale.Ma non solo. Il primo tratto del cammino si è svolto lungo un sentiero, molto panoramico e antico, che da contrada Emiliana arriva a San Matteo, nel pianoro dove durante la prima guerra punica, secondo gli studiosi, si trovava uno degli accampamenti dei Cartaginesi.

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Probabilmente l’esercito punico, fermato dalle navi dei Romani al largo di Levanzo nella memorabile battaglia delle Egadi del 10 marzo del 241 a.C, una volta sbarcato a Bonagia, forse avrebbe iniziato la risalita verso Erice, dove Amilcare Barca era in attesa di rinforzi, proprio da questo sentiero. Il percorso che inizia vicino alla grotta Emiliana è infatti quello più vicino al mare ed il più corto per arrivare direttamente sulla piana di San Matteo, dove il panorama abbraccia tutto il golfo di Bonagia e l’intero Agroericino. Le truppe guidate dal generale Annone però non riuscirono ad arrivare a Bonagia. E questo episodio segnò la storia, sancendo la supremazia dei Romani nel Mediterraneo ed il declino della potenza Cartaginese. Le pietre di questo bellissimo sentiero, percorso dai soci del Cai, raccontano insomma anche questa storia antica più di 2500 anni. Ma non solo.

A San Matteo il gruppo, egregiamente guidato tutto al femminile da Pina Naso, Roberta Zaccarini, Angela Savalli e Susan Andrews, ha potuto visitare la chiesa rupestre di San Matteo, quella meglio conservata tra gli edifici di culto disseminati in tutta la montagna di Erice ed i ruderi dell’oratorio, riavvolgendo la clessidra del tempo di molti secoli. Ma la storia di questo angolo del Monte passa anche dalla distruzione del fuoco, con gli incendi che negli anni hanno divorato il grande bosco di San Matteo. Dopo l’ultimo incendio dello scorso 25 luglio, oggi restano davvero pochi alberi con le chiome verdi. Tutti gli altri sono stati bruciati ed ancora restano molti tronchi e rami anneriti dalle fiamme.

A San Matteo il gruppo è stato accolto dal presidente del Cai di Erice Vincenzo Fazio, che ha preparato per l’occasione un punto di ristoro, facendo anche un brindisi all’insegna dei valori del sodalizio. Dopo avere ricaricato le batterie dopo la salita della Grotta di Polifemo, gli escursionisti hanno continuato il loro viaggio alla scoperta di questo angolo del Monte, reso ancora più suggestivo dalla nebbia che ha dato un ulteriore tocco di magia alla passeggiata tra questi itinerari. La seconda tappa è stata al “Semaforo”, una ex struttura militare che si affaccia sulla piana di Pizzolungo, per poi continuare nel ponte di pietra ed iniziare la discesa in quella che era una delle vie utilizzata dai soldati durante la seconda guerra mondiale, ricavata dai militari probabilmente su una preesistente mulattiera che per secoli era stata percorsa dai pastori con le loro pecore e capre.

Questo tratto del cammino ha regalato, oltre ai panorami non appena è stata superata la nebbia di metà montagna, un tuffo negli odori di erbe ed arbusti. Raggiunto piano Guastella, dopo la pausa pranzo il gruppo ha ripreso il cammino in direzione Pizzolungo, passando per ciò che resta, purtroppo sempre meno, della Torre Saracena, continuando in un trekking urbano tra le villette della località balneare ericina. Superato il centro abitato ed il pizzo che dà il nome alla contrada, i soci del Cai di Erice hanno attraversato i ruderi di un’altra postazione militare, all’altezza del nono chilometro, riconducibile alla seconda guerra mondiale, tra casematte, trincee, bunker, magazzini per le munizioni, tunnel e tutte quelle strutture che facevano parte di una vera e propria batteria per la contraerea e antinavale. Ritornati nel punto di partenza, a contrada Emiliana, prima dei saluti finali un gruppo ha visitato la grotta Emiliana, sito archeologico abitato fin dalla preistoria, e la grotta di Polifermo, con i suoi due pittogrammi, antichi ben cinque mila anni, che durante i giorni del solstizio d’estate, e solo in questo periodo dell’anno, vengono illuminati dai raggi del sole al tramonto. Uno dei tanti segreti custoditi nella montagna di Erice e che rendono i cammini per questi sentieri un’esperienza sensoriale tra bellezza, natura e storia.

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