Con la sua inconfondibile cupola bianca mammelliforme la chiesa di San Giovanni Battista ad Erice dipinge il paesaggio del promontorio che domina la valle dell’Agro Ericino; ed è qui che, nella piazza antistante la chiesa a pochi giorni di distanza dalla notte di San Lorenzo, numerosi ci siamo ritrovati. Dopo l’appello e una breve spiegazione da parte degli accompagnatori, sotto il chiarore della luna calante iniziamo la nostra passeggiata percorrendo il sentiero M-603 che inizia proprio accanto alla ottocentesca Torretta Pepoli.
Fatta costruire dal Conte Pepoli su un dirupo dal quale si gode un incantevole panorama che spazia dal Golfo di Bonagia a Trapani, la Torretta è stata destinata a luogo di meditazione e incontri culturali. L’edificio è il risultato armonioso di diverse forme geometriche decorate con piastrelle di ceramica bianche e nere che richiamano lo stemma araldico della famiglia Pepoli. Dopo aver sceso le ripide scalette a zig zag illuminate dalle torce frontali, superiamo la zona dei “Runzi”, così volgarmente denominata per la presenza di rovi.
Proseguendo verso il versante sud-est, sud della montagna, ci ritroviamo sotto i giardini e le Torri del Balio, ad ammirare dal basso verso l’alto il Castello di Venere da un lato ed il panorama notturno sull’Agro Ericino dall’altro. Giungiamo al belvedere di San Nicola dove la città falcata, resa dorata dal luccichio dalle luci cittadine, si mostra nel suo splendore notturno. Camminando lungo la cosiddetta “strada romana”, antica via di collegamento tra il Monte e Trapani ci allontaniamo ancor di più dalle luci cittadine. Immersi nell’oscurità il cielo appare ancor più stellato, di certo il chiarore della luna non facilita la visione delle Perseidi, ma il bravo Rocco Chinnici, con il suo puntatore astronomico, ci indica stelle e costellazioni. E così pian piano, tra il naso all’insù a ricercar le stelle e il naso all’ingiù verso il sentiero, giungiamo nella parte antica di Erice dove, come vuole la leggenda, i Ciclopi posero le prime pietre per la costruzione della cinta muraria. Superato il Quartiere Spagnolo un meritato aperitivo serale ci ha accolto alla Baita del CAI Erice.