Sentiero Monte Monaco
Tra blocchi di pietra e vegetazione endemica: dalla cima di Monte Monaco la veduta è di incomparabile bellezza. E poi, un tuffo nelle acque cristalline di San Vito Lo Capo!
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Il Monte Monaco occupa l’estremità settentrionale del promontorio di San Vito Lo Capo, cittadina marinara famosa per la limpidezza delle acque che la bagnano e per la lunga spiaggia di sabbia bianchissima. L’itinerario, di interesse naturalistico e storico-culturale, comprende tre itinerari percorribili ad anello.
Si parte dal versante ovest, da un sentiero storico usato dagli abitanti del luogo per raggiungere i terreni dove svolgevano lavori agricoli e di pastorizia. Dalla strada comunale Mondello, alle spalle del paese, si giunge facilmente alla cima del monte. Lungo il tracciato, segnalato molto bene con apposita cartellonistica, è possibile osservare la tipica vegetazione mediterranea di palma nana e piccole zone boschive. La vegetazione è piuttosto rada, ma non nasconde le varietà di specie (anche endemiche), che fioriscono tutto l’anno.
Nei pressi della cima si incontrano i resti di una cava ormai in disuso. Lì veniva estratta e lavorata una pietra calcarea compatta di epoca giurassica, dal caratteristico colore rosso-bruno. Le cave di Rosso San Vito (o Contorrana) dislocate in questa zona del trapanese, hanno fornito una delle pietre rosse più apprezzate del Barocco in Sicilia. Passate le cave, si comincia a intravedere una grande croce che vi indica il punto di arrivo. Al suo fianco trovate una piccola nicchia in cui si conserva un diario sul quale lasciare un pensiero.
L’arrivo in cima, a quota 530 m, permette una bellissima vista panoramica sui monti del territorio trapanese. Con uno sguardo a 360° è possibile abbracciare il versante sud-ovest, con la costa che va da Erice al Monte Cofano, il versante est con il Golfo di Castellammare e i rilievi che dominano Palermo, il versante sud con la dorsale del Monte Speziale fino al Monte Sparagio, e a nord il Mar Tirreno. La veduta è di incomparabile bellezza.
La discesa avviene sul versante opposto, seguendo la strada sterrata che si incontra sulla parte alta del percorso.
Si oltrepassa la suggestiva e tranquilla Cala Firriato, dove non è raro incontrare appassionati di climbing, mentre si allenano sulle basse pareti rocciose, sospesi sull’acqua. Se si sceglie questo tragitto è necessario prevedere circa 1 ora e 30 minuti per raggiungere il centro abitato di San Vito Lo Capo.
Il percorso è facile, e può essere praticato anche dai più piccoli. Si consiglia di indossare scarpe comode per l’escursione e scarpette da mare per camminare sugli scogli, costume da bagno e telo: sarà infatti impossibile resistere alla tentazione di tuffarsi nelle limpide acque che bagnano questo angolo di paradiso.
Cava di Rosso San Vito o Contorrana
Le cave di Rosso San Vito o Contorrana, dislocate prevalentemente nelle contrade di Pizzo di Sella, Fontanelle
e Salce, hanno fornito una delle pietre rosse più apprezzate del Barocco in Sicilia, insieme al Libeccio Antico delle
cave di Custonaci. L’olotipo della pietra ha fondo rosso-bruno chiaro con venature e macchie bianche di calcite,
mentre la varietà brecciata è costituita da clasti più o meno grandi di marmo bianco legati da un cemento rossobruno.
Talvolta è interessata da resti fossili, tra cui molluschi del tipo amminiti, echinodermi, ecc.
La pietra veniva lavorata per la produzione di blocchi squadrati per gradini, basi di colonne o più raramente
di lastre per il decoro di altari di chiese, a scopo ornamentale; si trova impiegata anche in talune applicazioni “a marmi mischi”.
Caldo freddo
Prelibatezza della gelateria artigianale, deve il suo nome al mix sublime di ingredienti freddi (il gelato) e caldi (il cioccolato fondente che ricopre la composizione). Arricchito da pan di spagna imbevuto di liquore e da panna montata, viene solitamente servito in un piccolo lemmo, il recipiente di terracotta usato per il cous cous trapanese.
Cous cous alla trapanese
Piatto di origine araba, quello trapanese è rigorosamente a base di pesce. E’ frutto di un’antica ricetta che si tramanda da generazione in generazione. A base di semola impastata con acqua attraverso movimenti circolari (la famosa incocciata), il cous cous è composto da grani che vengono cotti al vapore ed è poi condito con brodo di pesce locale. Per realizzarlo vengono utilizzati tegami e recipienti tipici.
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