Dal 31 maggio al 3 giugno ad Erice torna la Festa Federicina. La rievocazione storica dell’arrivo di Federico III D’Aragona si terrà nella suggestiva location del borgo medievale con un ricco programma di eventi. La manifestazione, quest’anno alla sua quinta edizione, è organizzata dall’associazione “Trapani: tradumari&venti” con il patrocinio del Comune di Erice e dalla Fondazione Erice Arte. Alle Torri del Balio sarà allestito il Villaggio medievale con i mercanti, i giochi fanciulleschi, gli artigiani, e le varie degustazioni. Previsto anche un percorso che da Porta Trapani arriverà fino ai giardini del Balio con musici, sbandieratori ed altre attrazioni ed il coinvolgimento degli operatori commerciali ericini. Per l’occasione le strade del centro storico ericino saranno addobbate con bandiere dai colori del regno di Trinacria. Durante la quattro giorni ci sarà anche il secondo palio “Monte San Giuliano” con i cavalli e il “Grande spettacolo equestre e del fuoco” in programma alle 21,15 di sabato 2 giugno in piazza San Giovanni. Gran finale domenica 3 giugno con il quinto raduno dei Cortei storici di Sicilia e il grande Corteo Regale nel pomeriggio dove parteciparanno 200 figuranti provenienti dall’intera Sicilia (Buccheri, Piazza Armerina, Vicari, Valledolmo, Roccapalumba, Salemi, Castelvetrano, Cefala Diana e Mineo).

Il programma della manifestazione

 

Sabato 26 maggio, dalle ore 10 alle ore 14, si terrà la manifestazione “Cammin mangiando –  Street food lungo i sentieri di Erice”. L’iniziativa è organizzata dall’istituto alberghiero “I. e V. Florio” e dal Comune di Erice, con il patrocinio dei Cai, che ha consigliato il percorso di trekking, e dell’associazione di Protezione Civile “Il Soccorso” che garantirà la postazione sanitaria e l’eventuale soccorso. Partner dell’iniziativa è anche il Lions Club che ha sposato l’evento promuovendolo tra i soci. Due anni fa il Lions ha realizzato i pannelli “I sentieri delle orchidee”, un percorso di trekking  inaugurato nel mese di agosto 2016 lungo il percorso Cai M-601 che collega Trapani con Erice, donati proprio al Comune di Erice.

L’iniziativa nasce con l’idea di promuovere e valorizzare la bellezza del  territorio ricco di panorami mozzafiato che si aprono all’intera vallata, attraverso un percorso  sportivo non solo per addetti ai lavori considerato che si tratta di sentieri tracciati dal Cai e particolarmente agevoli. Sarà una giornata dedicata alle natura, allo sport e al buon cibo, con la proposta di un menù tipicamente siciliano facilmente godibile lungo il cammino.

Il gruppo dei partecipanti si riunirà  al Quartiere Spagnolo alle ore 10 per iniziare la discesa lungo il sentiero di porta Castellammare e raggiungere la chiesa rupestre di San Ippolito, dove sarà allestito un primo punto di degustazione dedicato a‘lu coppu di fritture’. Da Sant’Ippolito l’escursione lungo il versante Nord Est della montagna di Erice proseguirà lungo il sentiero dei Runzi, proprio sotto i giardini del Balio ed al Castello di Venere, un tratto caratterizzato da panorami mozzafiato sul golfo di Bonagia e su monte Cofano. La seconda sosta sarà sul versate dei Difali, per un assaggio di ‘pani e  panelli’. La passeggiata si concluderà a porta Trapani, dove il gruppo sarà accolto dagli studenti dell’Istituto Alberghiero che rifocilleranno l’intera squadra con gli anelletti a forno.

“Sport e cibo, patrimonio paesaggistico e culturale – dice la preside, Pina Mandina – trovano un loro naturale sodalizio nel meraviglioso scenario di Erice. Volevamo proporre insieme tutto questo: sani stili di vita, divertimento, sport, buon cibo e panorami mozzafiato. I ticket per le degustazioni si possono ritirare presso l’Info point di porta Trapani e presso Palazzo Sales, sede del Comune, ad Erice Centro storico, in orari di ufficio”.

Domenica 20 maggio, nella Riserva naturale orientata di Trapani e Paceco, si terrà la “Giornata delle oasi”. Il tema di quest’anno è “Sos natura in trappola”. L’iniziativa, organizzata dal Wwf, ente gestore dell’Area protetta, si terrà alla Salina Calcara a partire dalle 10 con una visita guidata a piedi. Il punto di incontro sarà a Nubia, nell’incrocio tra le vie Verdi e Calcara. Nel corso  della passeggiata è previsto anche il “birdwatching”, ovvero l’osservazione degli uccelli nel loro habitat. È anche prevista una pedalata, a cura della Pro loco di Nubia, che partirà alle 11 dalla via Stefano Platamone. Alle 13 spazio ai buoni sapori locali con un momento dedicato alla degustazione di prodotti tipici. Alle 15.30 parità la seconda visita guidata a piedi alla scoperta della salina con birdwatching. Nel corso dell’iniziativa sarà possibile partecipare al laboratorio didattico “L’oasi che non c’era” a cura dell’associazione “Saline e Natura”. “Aiuto aiuto pianata a mare! Salviamo la calendula” è invece il tema di un momento a cura del Cnr di Palermo. Sarà anche possibile visitare la mostra sulle tartarughe marine, l’esposizione del presidio Slow Food sull’aglio rosso di Nubia e l’area didattica all’interno del baglio della Salina Calcara, partecipando ad appositi percorsi guidati.

Marettimo, nell’arcipelago delle Egadi, è conosciuta per la bellezza del suo mare, con le meravigliose grotte ed i fondali marini che ogni anno fanno da richiamo a tantissimi turisti. Ma l’isola offre anche molti spunti per gli amanti del trekking, grazie alla rete di sentieri che si snoda nei diversi versanti della montagna, permettendo di scoprirne gli scorci sul mar Mediterraneo. Immergendosi in una natura incontaminata, dove è possibile ammirare anche cervi e mufloni, oltre che una grande varietà di uccelli e diversi altri animali. Camminando in un contesto unico tra pinete ben curate e le tante essenze arboree che accompagno gli escursionisti nel loro “viaggio” nell’antica “Hiera”, l’isola sacra. Passando per siti e monumenti di interesse storico, come il Castello di Punta Troia e le Case Romane con la sua chiesetta bizantina, zone che si possono raggiungere partendo dal piccolo centro abitato, con le case tutte bianche ed i due porticcioli  che offrono riparo alle imbarcazioni, lo “scalo nuovo” e lo “scalo vecchio”. In questi ultimi anni Marettimo si è andata affermando sempre più come una meta per gli amanti del trekking, che ne apprezzano, oltre che il contesto ambientale, i panorami mozzafiato sul mare, con prospettive che cambiano da un versante all’altro. Immergendosi in un’oasi di quiete e pace. Dove la frenesia delle città sembra distante anni luce.

Gli escursionisti che decidono di visitare l’isola hanno davvero l’imbarazzo della scelta sul percorso da intraprendere. Una prima tappa, con poco meno di tre chilometri di salita, è quella delle Case Romane, a 250 metri di altezza sul mare, che si raggiungono dal sentiero che parte dalla fonte della “pilusa” passando per l’antico cimitero del Calvario e dal ponte di ferro. Qui le prospettive sono tutte sul paese e sul versante che guarda verso Favignana e Levanzo. Dalle case romane e possibile continuare verso pizzo Falcone, la cima più alta di Marettimo, a 686 metri di altezza, da dove si può godere di un suggestivo panorama. La risalita è ripagata da scenari di una bellezza spiazzante, soprattutto nelle belle giornate, quando si vede nitidamente l’intera costa trapanese, dominata da monte Erice e con alle sue spalle gli altri promontori, a partire da montagna Grande, Sparagio, Cofano e Monte Monaco, il promontorio che domina la spiaggia di San Vito lo Capo. Quando le condizioni di luce e visibilità sono particolarmente favorevoli da pizzo Falcone si intravedono anche le isole di Ustica e Pantelleria. Ma gli escursionisti possono anche raggiungere il Castello di Punta Troia percorrendo il sentiero che dallo scalo vecchio permette di raggiungere il versante settentrionale dell’isola. Un altro itinerario porta invece a Cala Bianca, dalle parti di Punta Mugnone, l’estremità Nord Ovest della più lontana delle Egadi. Altro itinerario è quello che porta a Punta Basano, nella parte meridionale dell’isola: in questo caso si parte dallo Scalo nuovo per dirigersi verso la spiaggetta della Praia Nacchi ed iniziare la risalita che conduce alla Carcaredda, con la sua pineta e l’area di sosta dove è possibile fare dei pic-nic in questo polmone verde tra cielo e mare. Un cammino che ha come protagonista una natura autenticamente incontaminata, sempre con il sottofondo, a distanza, della risacca. Un trekking contraddistinto dal trionfo di colori e di odori, tra le prospettive sul blu del mare ed il verde dei boschi, con la rigogliosa macchia mediterranea e la variegate essenze arboree, dove in alcuni tratti primeggia la mentuccia ed il rosmarino. Ma non solo. Un autentico tuffo in un’oasi ambientale, dove ogni angolo pulsa bellezza. Con i suoi silenzi e le suggestive atmosfere che sembrano quasi catapultare i visitatori in altre dimensioni. Dalla Carcaredda inizia la discesa verso il faro di Punta Libeccio. Anche questa è una zona da visitare, da dove tra l’altro è possibile scendere verso il mare. Magari regalandosi un tuffo rigenerante dopo una bella camminata. Un trekking, insomma, davvero tra mare e montagna, con autentici momenti di totale immersione nel verde delle pinete intervallate dominati dai promontori che svettano verso il cielo. In alcune parti, come nella zona “A” della Riserva Marina delle Egadi, le pareti rocciose sono talmente a picco sulla costa da essere chiamate “le dolomiti sul mare”. Ogni angolo, in quest’isola, ha qualcosa di unico, tutto da scoprire e vivere. In un’esperienza sensoriale che non smette mai di emozionare.

Mario Torrente

 


(foto Mario Torrente)

Una passeggiata tra natura e storia lungo il sentiero delle millenarie mura puniche di Erice. L’iniziativa è stata promossa dal gruppo archeologico Erykinon in occasione dell’inaugurazione della nuova sede nei locali nella struttura pubblica di via Apollonis messi a disposizione dall’amministrazione comunale. Presente per l’occasione anche il sindaco Daniela Toscano, che ha parlato, tra le altre cose, del progetto che punta a valorizzare il percorso che attraversa l’antico bosco di Erice, partendo dalla Matrice per arrivare a Quartiere Spagnolo, passando per porta Carmine e porta Spada. Un itinerario davvero unico, che si snoda praticamente dal centro abitato per i vari versanti della montagna, con panorami mozzafiato sull’Agroericino, il golfo di Bonagiae monte Cofano Ed in occasione dell’inaugurazione della sede dell’associazione, il gruppo archeologico Erykinon ha organizzato un’escursione lungo il sentiero delle mura, passando per gli antichi torrioni, le portelle e le lettere puniche con Nicola Savalli che ha mostrato i tanti angoli tutti da scoprire della cinta muraria, parlando anche dei recenti scavi eseguiti dal professore Salvatore De Vincenzo, della Università degli Studi della Tuscia. Spazio anche alle leggende ericine, con Nello Savalli e Giovanni Barbera che hanno letto ai bambini presentii racconti del “Piede del diavolo” e “la Vendetta di Beretta rossa”. Nel corso della passeggiata il gruppo ha fatto tappa anche nella zona del cosiddetto “cimitero ebraico”, visitando pure le chiese di Sant’Orsola e Sant’Antonio, tra le più antiche di Erice.

Il bosco di Lisciandrini, con la sua gola mozzafiato e le prospettive sul monte Inici ed il mare di Castellammare del Golfo, offre degli spunti per delle passeggiate nella natura davvero uniche. Passando per i silenzi di questo polmone verde al sottofondo del torrente che scorre nella gola per poi sfociare nella baia di Guidaloca, nel mare di Scopello. Ma prima di finire il suo “viaggio” per le campagne della provincia di Trapani questo corso d’acqua attraversa il canyon ai piedi del massiccio, formando le cosiddette “orghe nere”, profonde forre tra le pareti rocciose dove la luce del sole arriva a malapena. Regalando un suggestivo gioco di ombre ed oscurità. Da qui il nome di “orghe nere”. Per raggiungere il torrente bisogna percorrere lo stretto sentiero che dal bosco di Lisciandrini scende nel cuore del vallone, entrando in una autentica oasi naturalistica, immergendosi nel sottofondo del corso d’acqua che scorre tra le rocce, tra piccole cascate e le vasche dove si formano le “orghe nere”. La discesa nel canyon, decisamente emozionante, è caratterizzata da eccezionali prospettive, con meravigliosi panorami dominati dalla montagna di Inici. Un’escursione di quelle che non si dimenticano, ma dove bisogna prestare attenzione, soprattutto nei tratti maggiormente pendenti, procedendo con cautela, meglio se con l’ausilio di bastoncini. Come ovvio, bisogna indossare gli scarponcini da trekking che assicurano maggiore sicurezza e aderenza al terreno. Una volta arrivati a destinazione, si resta letteralmente rapiti dalle bellezza del posto. Un luogo quasi magico, avvolgente, a tratti quasi surreale, con le imponenti pareti rocciose dei due promontori che si incontrano proprio nel letto del corso d’acqua. Il periodo ideale per immergersi in questo piccolo paradiso di pace e tranquillità,  è sicuramente la primavera, dopo le piogge invernali che assicurano una buona portata d’acqua nel torrente. Risalendo invece nel versante Est del promontorio, percorrendo i sentieri del bosco di Lisciandrini, si arriva a pizzo Merio. Nella cima del promontorio si trova anche una piccola immagine della Madonna, la Regina della Pace, immersa nei silenzi di questa piana a 400 metri di altezza. Dove gli unici suoni sono quelli del fruscio degli alberi mossi dal vento. Anche qui i colori ed i panorami regnano sovrani, con le prospettive che a Nord si aprono verso il mare di Scopello, Castellammare del Golfo e le coste palermitane mentre ad Ovest la scena è dominata da Monte Sparagio, la cima più alta della provincia di Trapani con i suoi 1110 metri di altezza. Il lato di Levante è invece chiuso dalla montagna di Inici, che arriva alla quota di 1.064 metri. Una visuale che a Sud si proietta invece verso altri promontori, a partire da Pispisa e Monte Barbaro, con il tempo Segesta e l’area archeologica. Terre, insomma, ricche di storia, mito e fascino. Dove ogni angolo nasconde tesori tutti da scoprire. A volte nel cuore di un gola, dove trova il posto che davvero non ti aspetti. È la Sicilia che non smette mai di incantare ed emozionare.

 

 

Testo, foto e video di Mario Torrente

 

Davvero molto suggestiva e da vedere è la processione del Venerdì Santo ad Erice, appuntamento religioso che ogni hanno richiama molti visitatori nel borgo medievale, dove è possibile anche concedersi delle passeggiate uniche nei sentieri che si snodano nei vari versanti del monte, a partire da quelli che costeggiano le millenarie mura elimo puniche e l’antico bosco della vetta. Una vera oasi di pace per gli amanti della natura e del trekking, che offre diversi spunti per dei tour tutti da scoprire. Il periodo della Pasqua. complice anche l’arrivo del bel tempo, permette di vivere dei momenti tra fede e tradizione che prendono forma con la Processione dei Misteri, sicuramente un appuntamento da non perdere. Il corteo religioso esce nel pomeriggio del Venerdì Santo dalla chiesa di San Giuliano, nei pressi dei giardini del Balio, in un contesto davvero unico, complice i silenzi e l’atmosfera magica del centro storico ericino, con il sottofondo dalle preghiere dei fedeli, recitate in italiano, inglese, spagnolo tedesco. I gruppi della  processione dei Misteri di Erice sono in tutto sette e rappresentano i momenti della passione di Cristo, ovvero Gesù nell’orto dei Getsemani, La Flagellazione, La Coronazione di spine, l’Ascesa al calvario, il Crocifisso e l’Urna: chiude la processione l’Addolorata, un’immagine della Vergine davvero stupenda avvolta nel manto nero. Il corteo religioso, accompagnato da una sola banda, è aperto dai figuranti con addosso una tunica bianca ricamata di rosso, i colori usati dai frati della congregazione del Purgatorio. E sono gli stessi ericini che ogni anno si occupano dell’organizzazione della processione, permettendo cosi l’uscita dei sette gruppi della processione dei Misteri.

Organizzato dal Comune di Erice e dall’Università degli Studi della Tuscia, Dipartimento di Scienze Umanistiche e patrocinato dalla Regione Siciliana, Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani, il 29 ed il 30 marzo al Palazzo Sales di Erice si terrà il convegno “Le cinte murarie antiche della Sicilia occidentale”. All’iniziativa parteciperanno archeologi e dei rappresentanti delle Università Italiane e straniere che nel corso degli anni hanno condotto scavi archeologici nel territorio della Sicilia Occidentale. Si discuterà delle varie esperienze e delle indagini condotte sui sistemi difensivi antichi, della loro forma e delle loro tecniche costruttive, della tipologia di materiale da costruzione di cui si disponeva e del contesto economico, sociale e politico nel quale si formarono e si eressero. Nella giornata di Giovedì, alle 18.30 presso la sala delle mostre temporanee del Polo Musale “A. Cordici” sarà  poi inaugurata la mostra “Erice tra mito, storia e archeologia. Le indagini archeologiche alla cinta muraria e al castello Erice”. Introdurrà i lavori il Sindaco di Erice Daniela Toscano Pecorella.

Le mura elimo puniche di Erice sono costeggiate da un sentiero che offre la possibilità di potere fare delle passeggiate tra natura e storia, entrando nel bosco antico che circonda il borgo medievale della vetta. Il percorso, lungo poco meno di un chilometro, parte proprio davanti la matrice di Erice, nei pressi di porta Trapani, per dirigersi verso la zona del quartiere spagnolo, da dove è possibile continuare il trekking nel sentiero di porta Castellammare, scendendo lungo il versante Nord Est della montagna per raggiungere diverse località, come l’area demaniale di San Matteo, oppure risalire verso il centro storico ericino dal sentiero dei “runzi”, arrivando proprio sotto il Castello di Venere e la Torretta Pepoli. Il tutto con paesaggi mozzafiato sull’Agroercino e sul golfo di Bonagia.

Guarda il programma del convegno

 

 

Continuano le escursioni del Cai di Erice nei sentieri del Trapanese. I soci ed i simpatizzanti del Club alpino italiano questa volta hanno fatto tappa nel territorio di Calatafimi, con un trekking davvero particolare che ha regalato un tuffo nei colori della primavera accompagnati dai sapori locali, immergendosi tra le bellezze di un territorio ricco di fascino e storia, tra il famoso tempio di Segesta, con la sua area archeologica sul monte Barbaro, ed il Sacrario di Pianto Romano, monumento eretto a memoria della battaglia di Calatafimi del 15 maggio del 1860 dove sono conservati i resti dei soldati garibaldini e borbonici che si affrontarono proprio in queste zone. Fu qui che Garibaldi pronunciò la celebre frase: “Bixio, qui si fa l’Italia o si muore”. Tra questi due importantissimi siti, il Tempio di Segesta ed il sacrario di Pianto Romano, si trova una vallata caratterizzata da paesaggi di campagna che in primavera regalano un trionfo di colori e odori. Dove la vita dei campi è scanditi dai ritmi di sempre, tra pastorizia ed agricoltura, regalando scorci tutti da scoprire. Passando anche tra i ponti, le gallerie ed i sottopassaggi della vecchia linea ferrata “Salemi-Calatafimi” degli anni Venti. Costeggiando terreni coltivati, agrumeti, frutteti ed orti. E dove, fermandosi in qualche caseificio, è possibile gustare siero e ricotta fresca. Oppure del buon formaggio accompagnato dal miele prodotto in quella vallata, tra le più particolari e suggestive della Sicilia, che offre tanti spunti per dei trekking unici, passando per i boschi di Angimbè e Monte Pispisa, quest’ultimi con i suoi panorami mozzafiato sul tempio di Segesta. O ancora per il vallone della Fusa o addentrandosi nelle campagne di Calatafimi camminando con il sottofondo del torrente Gaggera, passeggiando tra gli aranceti, le viti, gli uliveti ed i campi coltivati ad ortaggi o con alberi da frutto. O ancora ammirando gli scorci su Calatafimi ed il vicino Castello Eufemio. Un mondo davvero tutto da scoprire. Passo dopo passo, respirando l’aria salubre di questi luoghi, che pulsano davvero di antico e mitico, tra le tante leggende e le pagine di storia che sono state scritte proprio qui.

 

(foto e testo Mario Torrente)

Arte, laboratori, percorsi storici e narrativi, artigianato e musica, ma soprattutto i tradizionali altari di pane. Tutto questo sarà la Festa di San Giuseppe a Salemi, dal 15 al 25 marzo. Fulcro delle iniziative il centro storico della cittadina trapanese, inserita nel club dei Borghi più belli d’Italia, che vede al suo interno anche il Palazzo dei Musei nell’ex Collegio dei Gesuiti. Saranno complessivamente nove le tradizionali ‘Cene’, realizzate con gli artistici pani lavorati a mano, visitabili da turisti e appassionati di storia che decideranno di recarsi a Salemi nei dieci giorni dedicati alla festa di San Giuseppe.

“Siamo davanti a un evento che si è guadagnato sul campo un posto di primo piano nel panorama delle iniziative di maggiore richiamo in Sicilia – afferma il sindaco di Salemi, Domenico Venuti -. Anche quest’anno, come in passato, abbiamo investito con convinzione nella festa che è il simbolo di Salemi e che richiama nel nostro borgo tanti visitatori, molti dei quali negli anni successivi ritornano con piacere a visitare la nostra città. Un successo che ci inorgoglisce e che ci spinge ogni anno a migliorare l’organizzazione, grazie anche alle associazioni che collaborano con grande forza di volontà”. Nei giorni della Festa di San Giuseppe il polo museale di Salemi – con il Museo della mafia e le altre sezioni dedicate all’archeologia, all’arte sacra e al Risorgimento – sarà aperto dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 20, mentre nelle giornate di sabato e domenica osserverà l’apertura continuata dalle 10 alle 20. Per il 17, 18 e 19 marzo, giorni clou della Festa di San Giuseppe, è stato istituito un servizio di bus-navetta da piazza Vittime di Nassiriya a piazza Libertà.

L’Amministrazione di Salemi ha curato le Cene di piazza Dittatura, all’interno del Palazzo del Comune, e di piazza Lampiasi, dentro la chiesa di San Bartolomeo. Altre Cene e altari sono previsti in piazza Libertà, nella sede della Pro Loco, piazza Alicia, largo Cappuccini, contrada Bagnitelli, via Monaci e via Cosenza. Il cartellone degli eventi collaterali, messo a punto dal Comune, prevede un percorso ideale tra la storia, il gusto e la tradizione che si snoderà soprattutto nel centro storico. Tra gli eventi previsti anche l’inaugurazione il 17 marzo della mostra ‘Ritualità, tradizione e contemporaneità del pane’, curata da Giuseppe Maiorana, che ospiterà una installazione del noto collettivo artistico ‘Alterazioni Video’. La mostra, che rimarrà aperta fino all’8 aprile, è stata realizzata in collaborazione con il Polo museale regionale d’arte moderna e contemporanea di Palazzo Riso, a Palermo. Non mancherà la musica, con le colonne sonore della ‘Sud Street Band’ e del gruppo folkloristico ‘Sicilia Bedda’, e i ‘Lassatiliabballari’. Il 18 e 19 marzo si potrà assistere all’inedito spettacolo di narrazione “Il vangelo secondo Giuseppe”, di e con l’attore Giacomo Guarneri, prodotto dall’associazione ‘La Pentola nera’.

“La Festa di San Giuseppe è il nostro fiore all’occhiello – sottolinea l’assessore comunale al Turismo, Vito Scalisi – ed è per questo che il Comune ha curato tutte le iniziative nei minimi dettagli. Vogliamo mostrare ai turisti le bellezze della nostra città, con un tuffo nella tradizione dei pani ma anche nell’arte e nella cultura rappresentate dai nostri musei e dai nostri monumenti”. La Festa di San Giuseppe darà spazio anche all’imprenditoria e artigianato locale: all’interno del chiostro di Sant’Agostino, infatti, si terranno i mercatini di primavera, con i prodotti degli imprenditori e artigiani della zona, mentre il 18 e il 19 marzo la Festa entrerà nel vivo con il tradizionale pranzo dei santi nelle Cene. In questi due giorni, in piazza Dittatura, l’associazione Ristoratori Aliciensi organizzerà anche la degustazione dal titolo ‘La pasta con la mollica e le 101 pietanze di San Giuseppe’. Domenica 18 marzo, infine, Salemi sarà meta degli appassionati di mountain bike con il ‘Raduno dei pani’, giunto quest’anno alla seconda edizione.

Scarica il programma della Festa di San Giuseppe a Salemi