Erice torna ad essere il “borgo dei presepi”. Dall’8 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 l’incantevole borgo medievale ospiterà la manifestazione “ERICèNATALE”. L’antica tradizione dei presepi, l’evocativo suono delle zampogne, la qualità degli appuntamenti teatrali e concertistici  e dei mercatini, si fondono in questo appuntamento annuale ormai consolidato e sempre ricco di eventi.

Il programma degli eventi si aprirà l’8 dicembre con “Zampogne dal mondo”, Rassegna Internazionale di musiche e strumenti popolari con gruppi provenienti dall’Irlanda, dalla Macedonia, dal Portogallo, dalla Bielorussia, dalla Sardegna, dalla Basilicata, dal Lazio e dalla Sicilia. Protagonisti assoluti, per il ponte dell’Immacolata, saranno i maestri zampognari e gli artigiani del tradizionale strumento che verrà celebrato con esibizioni itineranti, concerti in piazza e workshop. 

Per tutto il periodo, cortili, vicoli, botteghe, chiese, si trasformeranno per incanto in tante piccole e grandi Natività per dare vita ad un vero e proprio “Borgo dei Presepi” arricchito dalle luminarie e dalle musiche in filo diffusione. Oltre 20 presepi saranno disseminati in vari punti del borgo, a comporre un itinerario, (con tanto di mappa per visitare tutti gli allestimenti) che merita almeno una giornata di visita. Tra questi il maestoso presepe monumentale meccanico, il settecentesco presepe in alabastro e materiale marino, il presepe più piccolo del mondo che ogni anno stupisce i visitatori e trenta pastori settecenteschi, in legno, tela e colla, provenienti dalla collezione del Museo Pepoli di Trapani ed esposti al pubblico per la prima volta.

A chiudere il tesoro natalizio i Mercatini di Natale che proporranno artigianato e gastronomia locale in un contesto affascinante. Non si può andare ad Erice senza fermarsi a degustare i dolci gioielli ericini come la genovese e i dolcetti a base di pasta reale (pasta di mandorle) fatti da chi nei conventi ha imparato e continuato a praticarne l’arte fino ai giorni nostri. Si potrà dunque passeggiare tra le casette in legno e scoprire le botteghe nelle vie del borgo, per fermarsi ad acquistare idee regalo ed assaporare prodotti tipici.

Ricco, infine, il programma di eventi teatrali, concerti, proiezioni cinematografiche, che completa la manifestazione nelle varie location di Erice.

“EriCèNatale– Il borgo dei presepi” è promosso dal Comune di Erice e dalla Fondazione EriceArte.

Presentati, al Museo San Rocco di Trapani, gli itinerari turistici predisposti nell’ambito del progetto Gat, Giovani Autori del Territorio, iniziativa approvato  dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ‐ Dipartimento della Gioventù e portata avanti in partenariato dalla Strada del Vino Erice DOC e dalla Di.Art Museo San Rocco con l’obiettivo di promuovere, sia da un punto di vista culturale che turistico, la destinazione “Trapan&dintorni”. Nel corso dell’incontro sono stati proiettati quattro cortometraggi sugli itinerari turistici incentrati sui temi della cultura, natura, gastronomia ed enologia  realizzati con la  regia  del  promoter  culturale  Francesco  Murana. Si tratta di video fortemente  evocativi  dell’identità  siciliana e della naturale attrattività della nostra destinazione “Trapani”.
Il progetto Gat ha visto impegnati per oltre un anno un team di giovani promoter culturali ed artistici guidati dal project manager e Presidente  della Strada del Vino Erice DOC Vincenzo Fazio e dal Direttore Di.Art Museo San Rocco Don Liborio  Palmeri.

Venerdì 24 novembre, alle ore 18.00, presso la Sala Conferenze Solina Quartana del Santuario Maria SS. di Custonaci sarà presentato il volume “Un modello per lo sviluppo turistico di Custonaci e del suo territorio – Il caso dell’Aghadir di Pizzo Monaco” di Giusy Incammisa, archeologa, e Nadir Bisan, architetto. L’iniziativa nasce da un’idea del Centro Studi “Dino Grammatico”.  Porteranno i saluti Giuseppe Bica, sindaco di Custonaci, Michele Carrubba, presidente Rotary Club Trapani-Erice, Fabrizio Fonte, presidente Centro Studi “Dino Grammatico”, Giovanni Turano, presidente di SiciliaAntica – Sezione di Castellammare del Golfo, Renato Bica, presidente della Proloco di Custonaci. Modera Ninni Cannizzo, giornalista.

Il granaio fortificato collettivo (aghadir) datato al periodo islamico è stato scoperto su Pizzo Monaco, nel territorio di Custonaci, sul versante che si affaccia a Castellammare del Golfo. Secondo gli archeologi è un caso unico in Italia, il più antico nel Mediterraneo occidentale.

Il sito, dal 2012, è al centro di un progetto denominato MEMOLA (MEditerranean MOuntainous LAndscapes), che ha coinvolto la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani e diverse università europee: Palermo, Granada, Sheffield e la Scuola di Storia Archeologica di Roma. A condurre gli scavi l’èquipe diretta dal Prof. Josè Maria Martin Civantos, del dipartimento di Historia Medieval dell’Universidad de Granada.

L’ Antico granaio fortificato collettivo Islamico di Custonaci nei mesi estivi, dal 2016, è stato al centro di un piccolo tour guidato alle prime luci del mattino. Numerosa è stata la presenza di turisti, esperti, archeologi, naturalisti che hanno vissuto l’esperienza.

Il Tour iniziava alle ore 5.00 con appuntamento al Castello di Baida di Castellammare del Golfo per il trasferimento con bus navetta a Visicari per poter godere della vista dell’alba con uno spettacolo musicale. Si proseguiva con la passeggiata al Granaio Islamico con una guida specializzata e si ritornava a Visicari per una gustosa e sana colazione in una splendida terrazza e per finire gli ospiti venivano trasferiti con bus navetta al Castello di Baida. Il tour è stato organizzato dal Comune di Custonaci in collaborazione con la Pro loco di Custonaci, la Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Trapani, il Centro Studi “Dino Grammatico” e SiciliaAntica (Associazione per la tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali) – sede di Castellammare del Golfo.

«Lo spirito del tour e di questo libro  è quello di condividere con il territorio gli obiettivi strategici per lo sviluppo dell’offerta turistica custonacese.  Il caso dell’Aghadir di Pizzo Monaco è diventato un vero e proprio case history. Il nostro obiettivo come Comune è stato quello di coordinare operatori di settore, attori locali pubblici e privati per istituire forme di collaborazione volte alla valorizzazione di questo sito. La competitività di una destinazione nasce infatti dall’interazione sinergica fra le risorse turistiche primarie, le infrastrutture che ne garantiscono la fruibilità e il sistema delle imprese che erogano servizi di interesse turistico. Con questa iniziativa, grazie alla collaborazione di tutti i partner, abbiamo raggiunto degli obiettivi tangibili. Per essere competitivi occorre infatti programmare ogni intervento funzionale alla valorizzazione delle vocazioni territoriali» – così dichiara Giuseppe Bica, sindaco di Custonaci.

Il Centro Studi Dino Grammatico ed il Rotary Trapani-Erice, insieme a Sicilia Antica – Sezione di Castellammare del Golfo la Proloco di Custonaci hanno promosso la pubblicazione del volume “Un modello per lo sviluppo turistico di Custonaci e del suo territorio – Il caso dell’Aghadir di Pizzo Monaco” di Giusy Incammisa e Nadir Bisan. L’evento è organizzato con il patrocinio del Comune di Custonaci.

È sicuramente una delle escursioni più affascinanti da fare nell’Agroericino. La risalita verso la cima di Monte Monaco, percorrendo il sentiero Cai 609, apre delle prospettive uniche su San Vito lo Capo ed il suo mare, con panorami mozzafiato da un lato sul Golfo di Macari, dall’altro sulla costa che porta alla Riserva dello Zingaro. Una veduta che ad Ovest è chiusa da Monte Cofano e della montagna di Erice, mentre a Sud la vista panoramica è tutta per i promontori trapanesi, a partire dalla dorsale di Monte Speziale e dall’imponenza di Monte Sparagio, la vetta più alta della provincia di Trapani con i suoi 1180 metri. Ad Est ci sono invece i monti del Palermitano ed il Golfo di Castellammare. Insomma, un panorama con scorci bellissimi praticamente a 360 gradi. L’escursione per Monte Monaco, caratterizzato davvero da paesaggi molto suggestivi, si snoda lungo tre sentieri Cai percorribili ad anello, il “609 a”, il “609 b” ed il “609 c”; quest’ultimo  parte da Cala Firriato, lungo la strada che collega San Vito allo Zingaro. Il sentiero “609 a” inizia invece nei pressi del centro abitato di San Vito lo Capo e risale lungo il versante Est per circa tre chilometri, arrivando, dopo essere passati dalla vecchia cava, ormai in disuso, “Rosso San Vito”, alla cima di monte Monaco, a 528 metri di altezza, dove si trova una croce rivolta verso la baia di San Vito lo Capo, messa in quel punto a protezione del centro abitato. Un luogo sicuramente molto suggestivo, dove si intrecciano diverse prospettive ed il blu del mare incontra i colori del litorale e dei promontori. Un trekking, dunque, tra bellezze paesaggistiche, natura e fede,dove si possono toccare con mano le attività e le tradizioni della comunità sanvitese. Scendendo, e volendo fare l’itinerario ad anello percorrendo, si può percorrere il sentiero in direzione Est, che termina a Cala Firriato, da dove è possibile rientrare a San Vito lo Capo percorrendo un itinerario complessivo lungo quasi nove chilometri, per un dislivello di 487 metri ed un tempo di percorrenza stimato di circa due ore e mezza.

(foto Mario Torrente)

Dal 27 al 29 ottobre a Buseto Palizzolo si terrà la manifestazione “I porcini di Scorace e sapori d’autunno”. È prevista una intensa tre giorni con incontri, degustazioni, escursioni a bosco Scorace, mostre micologiche e cooking show. Il tutto incentrato sulle bontà dei sapori autunnali, con i prodotti d’eccellenza dell’Agroericino, a partire dai funghi, e la valorizzazione del Bosco Scorace, uno delle più importanti aree verdi del territorio della provincia di Trapani. Un autentico polmone verde che si estende per quasi settecento ettari, offrendo una grande varietà di vegetazione. La manifestazione è organizzata dal Comune di Buseto Palizzolo, che fa parte del circuito nazionale “Città del fungo”,  in collaborazione con la Pro Loco e il Gruppo Micologico “T. Pocorobba” di Valderice.  Sarà l’occasione buona per visitare la zona di Buseto Palizzolo.

 

Volantino i Porcini di Scorace

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Volantino Porcini di Scorace 2017

Monte Cofano è sicuramente una delle montagne più belle e affascinanti della provincia di Trapani, che offre diversi spunti per delle passeggiate nella natura con panorami mozzafiato sul blu del mare. Un contesto unico, carico di storia, tradizione e bellezze paesaggistiche, con quelle rocce a forma di lama che si impennano verso il cielo. Passeggiare tra questi sentieri offre delle emozioni uniche, a partire dal percorso costiero, quello più alla portata di tutti e di più facile approccio. L’itinerario, che ricade all’interno della Riserva naturale orientata di Monte Cofano, costeggia il versante Nord della montagna, affacciandosi sul mar Tirreno e passando per punti davvero particolari, come la Torre di San Giovanni e la Grotta del Crocifisso per arrivare alla Tonnara di Cofano, con le sue caratteristiche pareti concave che servivano a fare rimbalzare le palle dei cannoni durante gli attacchi. Per decenni fu una delle più importanti tonnare della zona. Ancora oggi, nel piccolo villaggio di pescatori, si vede la struttura della darsena dove un tempo venivano tirati in secco i vascelli utilizzati per calare le reti e arpionare i tonni nella “camera della morte”. È uno dei più bei posti della zona da dove andare a vedere le albe, col sole che sorge da Levante illuminando le acque del golfo di Macari in un gioco di luci e riflessi imperdibile. Il lato che si affaccia su Bonagia ed Erice è invece quello dei tramonti, con il sole che saluta le terre dell’Agroericino “immergendosi” sulla linea dell’orizzonte del mare in un emozionate trionfo di colori e sfumature. Assolutamente da vedere!

Il percorso inizia a Cornino, nota località balneare del Comune Custonaci, che si affaccia sul golfo di Bonagia. Sullo sfondo c’è Monte Erice, con il suo borgo medievale e le leggende che riecheggiano i miti di Venere, la dea dell’amore e della bellezza. Siamo a pochi metri dal mare. Il percorso costiero ad anello attorno a Cofano, lungo poco più di otto chilometri con un dislivello di circa 240 metri, inizia a pochi metri dal mare, con il sottofondo della risacca che accompagnerà gli escursionisti per tutto il tragitto, soprattutto nelle giornate di Maestrale, quando le onde si infrangono con forza sulla scogliera sottostante. Il tratto più suggestivo è sicuramente quello che dalla Torre di San Giovanni va verso la Grotta del Crocifisso,  lasciandosi alle spalle il golfo di Bonagia per iniziare ad intravedere quello di Cofano. Qui l’itinerario si carica di silenzi e carica interiore, con da un lato le cime della montagna che svettano verso il cielo, dall’altro gli strapiombi verso il mare. Il tutto in un trionfo di colori e scorci da fotografare in ogni angolo. L’itinerario continua verso la Torre della Tonnara di Cofano per poi riprendere la salita verso gorgo Cofano e la “sella” del promontorio, a circa 250 metri di altezza. Da questo punto si può scendere verso Cornino, tornando quindi al punto di partenza, oppure iniziate la scalata verso la cima di Cofano, a 659 metri di altezza. Percorso decisamente più impegnativo rispetto all’itinerario costiero. Ma molto affascinante e stimolante per gli amanti delle scarpinate. Insomma, passeggiando per i sentieri della Riserva di Monte Cofano è possibile fare il giro del perimetro di questa stupenda e maestosa montagna, potendo anche risalire fino alla cima, da dove si può godere di un panorama davvero mozzafiato sul golfo di Bonagia, che già e metà percorso prende la forma di un grande cuore blu. Forse una delle vedute tra le più belle e suggestive della Sicilia.

 

 

(Foto e testo di Mario Torrente)

Continuano le escursioni della sottosezione del Cai di Erice. Un gruppo di oltre 50 persone ha visitato bosco Scorace, nel territorio di Buseto Palizzolo, percorrendone i sentieri in un itinerario ad anello partito dal capanno dei custodi dall’area attrezzata che si trova lungo la sp 57, per risalire il promontorio fino all’altezza di 564 metri. Gli escursionisti hanno così iniziato la loro passeggiata in questo bellissimo “polmone verde”, che si estende su un’area di quasi 750 ettari di proprietà del demanio della Regione Siciliana. Prima di immettersi in marcia il gruppo è stato accolto dal referente della sottosezione Cai di Erice e dell’Agroericino Vincenzo Fazio, che dopo avere dato il benvenuto ai soci e simpatizzanti e presentato il percorso, ha passato la parola ad Antonino Giacalone, del gruppo Micologico “T.Pocoroba” che ha accompagnato gli escursionisti spiegando loro le caratteristiche della vegetazione, a partire dai diversi tipi di alberi che si trovano nel bosco, le piante ed i funghi che vi crescono: prataioli, mazze di tamburo, finferli, russule, lattari ed il famoso porcino nero di Scorace. E l’autunno, con l’arrivo delle prime piogge, è proprio il tempo della raccolta dei funghi e del trionfo dei loro sapori in questo angolo dell’Agroericino, un territorio che ancora conserva tradizioni e la gastronomia legata ai prodotti della terra. Tant’è che Buseto Palizzolo è soprannominata la “città dei funghi”.

Nei primi due chilometri il percorso si è snodato verso la parte più alta del promontorio, attraversando anche un sentiero in una zona particolarmente suggestiva del bosco.  Un vero e proprio tuffo nella natura, tra querce, cipressi, lecci, sugheri, pini ed eucalipti in un sottobosco dove si è sviluppata una rigogliosa macchia mediterranea dove si possono cogliere le essenze di erbe aromatiche. Qui abbona il cisto, ma anche l’erica. Tra gli arbusti presenti ci sono il biancospino, il mirtillo, i rovi, con le loro squisite more, il prugnolo ed il corbezzolo, con i suoi frutti policromi, piccole bacche commestibili e gradevoli al palato. Sono sicuramente da assaggiare quelli più rossi e morbidi, che hanno effetti diuretici e abbassano la pressione. A bosco Scorace crescono anche le ginestre, il mirto ed il pungitopo, una pianta cespugliosa sempreverde, alta dai trenta agli ottanta centimetri, spesso utilizzata come decorazione natalizia per le sue tipiche bacche rosse che maturano proprio in inverno. In questa grande area verde si trova un sottobosco dallo straordinario valore botanico, dove vivono tanti piccoli mammiferi, come la lepre, il coniglio e l’istrice, oltre le numerose specie di uccelli, tra cui anche i rapaci, come la poiana. Insomma, si tratta di una vera e propria oasi naturalistica, dove è possibile concedersi delle passeggiate uniche in un contesto di quiete o semplicemente rilassarsi circondati dalla natura, magari facendo un pic-nic nella zona attrezzata con tavoli, panche e punti per il barbecue. Un luogo ideale dove fare un’escursione o una semplice gita fuori porta per respirare un po’ di aria pura in un contesto magico. Per gli amanti del trekking senza ombra di dubbio un percorso da provare, addentrandosi nella fitta reste di sentieri, tra piccoli ponti e staccionate ben curate dal personale della Forestale, che portano fino alla cima del promontorio, a 646 metri di altezza, da dove si apre un panorama maestoso sull’agroericino e sul comprensorio trapanese, a partire da Bruca, caratteristica frazione di Buseto Palizzolo, Segesta, con il suo tempio e l’antico anfiteatro. E ancora con la vista su Montagna Grande, Monte Inici ed il paesaggio rurale dell’entroterra, con le sue collinette, i campi seminati, gli uliveti ed i vigneti. Una vista che, dalla “cornice” verde di bosco Scorace, assume dei colori e delle prospettive ancora più cariche di significato.

 

 

(foto e testo di Mario Torrente)

Presentata la manifestazione di orienteering  “five + five days sicily 2017”.Ad Erice per la prima volta con due  gare internazionali di orienteering con tappe il 12 ottobre ed il 3 novembre. Per l’occasione sarà inaugurata la nuova mappa per l’orienteering, sostenuta fortemente dall’amministrazione comunale, che al termine delle manifestazioni internazionali sarà donata alle scuole locali.

La città di Erice ospiterà da domani, 12 ottobre, una straordinaria manifestazione di orienteering  all’interno del circuito itinerante  “Five + Five days Sicily 2017”, che vedrà al via complessivamente circa 600 partecipanti  provenienti da 20 nazioni, della durata di 3 settimane.

La manifestazione è organizzata da asd  Park World Tour Italia con il patrocinio della FISO – Federazione Italiana Sport Orientamento, CONI e MIUR Sicilia e in  collaborazione con  le amministrazioni comunali di Acireale, Castelmola, Linguaglossa, Bronte, Corleone, Erice, Sciacca, Gibellina e Castelvetrano.

La corsa di orientamento, conosciuta nel mondo come orienteering o “sport dei boschi”, è una gara a cronometro su terreno vario in cui l’atleta, munito di mappa e bussola, deve raggiungere il traguardo transitando da una serie di punti di controllo, denominate “lanterne”, obbligatoriamente nella sequenza data. La verifica dell’avvenuto passaggio avviene mediante un sistema di punzonatura.

La mappa è consegnata al concorrente al momento del via. Si gareggia individualmente o in squadra. Il vincitore non è sempre l’atleta più veloce. L’orienteering impegna gambe e cervello e premia spesso colui che è in grado di orientarsi più rapidamente e di compiere le scelte di percorso migliori. Le nazioni con il maggior numero di partecipanti sono:  Norvegia 184 e  Svizzera 122.

Il bi campione del Mondo Jorgen Martensson ospite d’onore.

Ci sarà una presenza sportiva prestigiosa in qualità di testimonial della “Five + Five days Sicily 2017”, il 2 volte Campione del Mondo di corsa orientamento lo svedese Jorgen Martensson.

Alla conferenza stampa di presentazione, che si è svolta negli uffici di Rigaletta-Milo del  Comune di Erice,  sono  intervenuti anche il Presidente onorario del PWT Italia Michele Barbone (attuale presidente nazionale della Federazione Danza Sportiva), Gabriele Viale, presidente Park World Tour Italia ed il campione del Mondo Jorgen Martensson. A fare gli onori di casa per il Comune di Erice il vice sindaco, Angelo Catalano, e l’Assessore allo Sport, Gian Rosario Simonte.

L’appuntamento per la partenza della manifestazione è in piazza della Loggia alle ore 10,30

 

Programma della “Five + Five days Sicily 2017”:

Gare già disputate:

Domenica 1 ottobre: Santa Tecla – Acireale.

Lunedì 2 ottobre: Bosco Ragabo-Linguaglossa.

Martedi 3 ottobre:  Castelmola.

Giovedì 5 ottobre: Bosco Ragabo-Linguaglossa.

Venerdì 6 ottobre: Bronte.

Domenica 8 ottobre: Sciacca.00

Lunedi’ 9 ottobre: Bosco della Ficuzza-Corleone.

Martedì 10 ottobre: Cretto di Burri – Gibellina.

 

Gare da disputare

Giovedì 12 ottobre: Erice, prima partenza ore 10.30

Venerdì 13 ottobre: Parco Archeologico di Selinunte, prima partenza 10.30

Domenica 29 ottobre: Sciacca, prima partenza ore 15.00

Lunedi’ 30 ottobre: Bosco della Ficuzza-Corleone, prima partenza ore 11.00

Martedì 31  ottobre: Cretto di Burri – Gibellina, prima partenza ore 10.30

Giovedì 2 novembre: Parco Archeologico di Selinunte, prima partenza 10.30

Venerdì 3 novembre: Erice, prima partenza ore 10.30

 

La sottosezione del Cai di Erice e dei Comuni dell’Agroericino ha aperto il programma delle escursioni autunnali ed invernali. In primo appuntamento s’è tenuto lungo i sentieri della montagna di Erice con un’escursione, particolarmente suggestiva, partita dal borgo medievale che ha visto una settantina di partecipanti. A fare gli onori di casa il referente Vincenzo Fazio che ha dato il benvenuto ai soci ed ai tanti simpatizzati che hanno partecipato alla prima uscita, che da porta Carmine si è snodata lungo il sentiero che costeggia le millenarie mura elimo-puniche per addentrarsi all’interno del bosco antico, passando da siti carichi di storia e leggenda, come dal piede del diavolo, dall’ex cimitero ebraico e dal quartiere spagnolo. Luoghi carichi di fascino che oltre a regalare un tuffo tra storia e natura hanno anche permesso di godere di meravigliosi panorami mozzafiato sul golfo di Bonagia, con i meravigliosi colori di una domenica d’autunno dalle temperature e le sfumature ancora estive. Il tutto con il contorno del centro storico ericino, con le sue chiese medievali, il puntuale rintocco delle campane  ed i silenzi del bosco. L’escursione è continuata con la discesa lungo il sentiero Cai M-602 di Porta Castellammare – Tre Chiese, nel versante dei Runzi, caratterizzato da una vegetazione variegata. Arrivati nei pressi della chiesa di Sant’Ippolito il numeroso gruppo ha continuato a camminare nel sentiero che si trova sotto i giardini del Balio e del Castello di Venere per fare rientro ad Erice e completare la passeggiata, dopo circa tre ore di cammino, con un ultimo “tuffo” nel verde del bosco antico. La giornata si è conclusa nella sede della sottosezione del Cai di Erice, nella Baida comunale di via Apollonis dove il referente Vincenzo Fazio, assieme alla sua vice Angela Savalli, hanno illustrato le attività ed il programma del Cai, soffermandosi anche sulle proposte avanzate per valorizzare la montagna di Erice e tutto il territorio dell’Agroericino, anche in tema di prevenzione degli incendi.

A Trapani, tra agosto e settembre, è tempo di raccolta del sale. In queste settimane nelle saline che si affacciamo nel tratto di litorale che da Nubia arriva fino al territorio marsalese si rinnova un rito antichissimo di millenni, sicuramente da vedere, dove l’attività produttiva dell’uomo finisce col favorire le condizioni ideali per un ecosistema davvero unico. Siamo all’interno della Riserva naturale orientata delle Saline di Trapani e Paceco, un’autentica oasi per la biodiversità. Tra vasche, canali, vecchi mulini è possibile trovare una varietà faunistica e botanica incomparabile, che si inserisce in un paesaggio di grande bellezza, con da un lato monte Erice, dall’altro il mare dell’arcipelago delle Egadi. Un angolo di paradiso, regno dei fenicotteri rosa, aironi, cicogne e tante altri uccelli, come il cavaliere d’Italia, a spatola, l’avocetta (il simbolo della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco), la volpoca, il fratino, il fraticello e la garzetta. Sono stati censiti oltre duecento specie ornitiche. L’Area protetta, istituita nel 1995 e gestita dal Wwf Italia, si trova in una delle più importanti rotte dell’avifauna. Molti uccelli, in primavera ed in autunno, trovano riparo e cibo in questa grande area umida prima di riprendere il lungo volo migratorio. Ma molte specie affollano le vasche delle saline anche in inverno, dove trascorrono l’intera stagione grazie alle temperature miti di questa zona della Sicilia occidentale. Ricchissima anche la vegetazione, con circa 45O tipi di piante e varie specie vegetali endemiche. Tra le rarità che è possibile trovare c’è una piccola farfalla della famiglia dei limantridi, la “Teia dubia arcerii” e la “Platycleis drepanensis”, una cavalletta scoperta nel 2006 all’interno della Riserva delle saline, che rappresenta insomma un intreccio di ecostistemi dove l’attività produttiva dell’uomo legata alla raccolta del sale è in perfetto equilibrio con gli habitat salmastri, di acqua dolce e di terraferma. Anzi, in questo caso il sapiente lavoro dei salinai, grazie alla manutenzione ed alla pulizia di vasche e canali finisce, mantenendo vivo e inalterato l’ambiente, col favorire le condizioni ideali per questa oasi di biodiversità. Dove, oltre alla fauna ed alla flora, colpiscono i colori di questi paesaggi sospesi tra cielo e mare, con tonalità che vanno dal blu delle vasche più grandi e profonde, chiamate “fridde”, al rosa di quelle intermedie, dette “caure” fino al bianco delle “caseddi”, quelle viene raccolto il sale, depositato sugli argini per l’essicazione nelle tradizionali “montagnette” che rendono il litorale trapanese anche più caratteristico. Con i suoi canneti, gli isolotti, i canali ed i mulini, reperti di archeologia industriale che caratterizzano il paesaggio, regalando, con le loro pale, scatti davvero suggestivi, soprattutto al tramonto, quando il sole, specchiandosi sulle saline, “dipinge” il cielo di questo angolo di Sicilia con tonalità che vanno dal rosso al glicine, passando per svariate sfumature di giallo ed arancione. Un incanto, ogni giorno sempre diverso. Passeggiare tra le saline è davvero un’esperienza unica. Camminando tra le vasche, i canneti ed i canali si resta affascinati da un contesto incomparabile, capace di emozionare e catapultare i visitatori in un’esperienza sensoriale carica di immagini e odori. Andando in giro in questi sentieri, tra l’altro in alcune parti alla portata anche dei disabili, si resta catturati dalla magia di questa oasi e dal bianco abbagliante del sale, che qui chiamano “oro bianco”. Da secoli fonte di sostentamento per tante famiglie. E motore di sviluppo per l’economia locale. In quelle “gemme” di sale allo stato grezzo appena raccolto c’è tutto l’ingegno e la caparbietà degli uomini che con mille sacrifici sono riusciti a creare un modello dove natura e attività produttiva sono in perfetto equilibrio. Il lavoro dei salinai per la coltivazione del sale marino qui è fonte di vita. Non solo per le loro famiglie ma per l’intero ecosistema di questa oasi ambientale.

 

(foto e testo di Mario Torrente)