I colori di Monte Monaco

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di Antonio Sergi

Apprezzatissima anche la seconda uscita del 2021 del CAI di Erice. Dopo lo Sparagio, i soci delle sezione ericina del Club Alpino Italiano hanno percorso i sentieri di Monte Monaco e di Cozzo Mondello.
Monte Monaco, nel territorio di San Vito Lo Capo, deve il suo nome alla particolare forma che ricorda quella di un monaco in ginocchio e con le mani giunte in preghiera, ben visibile dall’antica tonnara di San Vito Lo Capo.
Il poeta C. Cusenza ha descritto, in una sua opera, la bellezza della vista che si ammira dalla sua sommità, posta a circa 530 m. di altezza sul livello del mare. Sulla parte pianeggiante del monte erano un tempo numerose le abitazioni degli operai che lavoravano alla cava dalla quale si estraeva un marmo pregiatissimo e che coltivavano la fertile terra contraddistinta da un colore rosso intenso.

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Il percorso per effettuare l’escursione, circa tre chilometri e mezzo, ha avuto inizio da un sentiero a, circa, metà della strada comunale Mondello di San Vito Lo Capo e ha consentito ai soci del CAI di Erice di raggiungere la cima di Monte Monaco in circa due ore. Tutto ciò tra vecchi insediamenti rurali, palme nane, orchidee selvatiche, piante di erica, immersi in una ricca vegetazione mediterranea con variegati colori e profumi a notevole beneficio della salute del corpo e dell’anima.

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Una tavolozza di colori, quelli visibili dall’alto di Monte Monaco. Ad ovest i soci hanno potuto ammirare la bellezza del golfo di Macari, di Erice ed il maestoso pizzo Cofano. Ad est altrettanto colorata la vista della bellissima spiaggia di San Vito Lo Capo, con le sue acque cristalline, ma anche il panorama del Golfo di Castellammare e dei Monti che sovrastano Palermo, mentre verso sud la vista si spinge lungo la dorsale di Monte Speziale fino a Monte Sparagio che chiude a sud la piana di Castelluzzo.

Nei pressi della cima, oltre i resti di una cava di marmo ormai in disuso, è presente una grande croce che indica l’arrivo in vetta; a fianco una piccola nicchia in cui si conserva un quadernetto dove gli escursionisti del CAI hanno potuto lasciare un loro pensiero.
I partecipanti hanno potuto consumare il pranzo a sacco nei pressi della grande croce e della cava in disuso, sempre nel rispetto delle misure anticovid, rispettando il protocollo del CAI nazionale, attenendosi alla regola del distanziamento e dell’uso della mascherina.
Festosa ed amichevole l’atmosfera anche per la presenza entusiastica di nuovi soci che hanno manifestato apprezzamento per la nuova esperienza.

 

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