Escursione al Castellaccio di Monreale tra natura, storia e cultura

castellaccio

di Leo Todaro

E’ una giornata fredda e ventosa quella che ha condotto il CAI Erice, domenica 9 dicembre 2021, lungo i sentieri più suggestivi e misteriosi dell’interland di Palermo: il Castellaccio.

Le sue origini affondano nel passato, fino al 1100 circa, con una posizione strategica per garantire l’ampio controllo del territorio che va da Mondello fino a monte Grifone e punta Zafferano.

Sebbene nato, molto probabilmente, come guarnigione di vedetta insieme ad altre poste sulle vette vicine, è passato poi ai monaci Benedettini che trasformarono la pianta originale nell’attuale monastero contenente giardini, alloggi e una chiesa. Una chiesa persino troppo grande per la dimensione del monastero, per cui si ipotizza sia stata oggetto di pellegrinaggio fino alla costruzione dell’Abbazia di San Martino e, a causa di questa, successivamente abbandonato.

 

Il punto di partenza è stato lo spazio di Portella San Martino dove lasciate le auto ed effettuati i controlli di rito anti-covid, tra autocertificazioni e verifiche green pass, guidati da Sabrina Intravaia, ci si è inerpicati sullo stretto e non ben tenuto sentiero lungo il versante Sud del monte Caputo, per un dislivello di quasi 200 metri. Il periodo non offre molte specie fiorite, la più diffusa è il Giaggiolo bulboso (Iris planifolia) e la Filigrana comune (Lobularia maritima).

Arrivati abbastanza velocemente in vetta, sferzati da un rafficato vento di ponente, ben rinfrescato dalla quota di 764 mt e graziati da un paio di scrosci di pioggia passati lontano, al Castellaccio siano attesi da Aldo Crispi del CAS (Club Alpino Siciliano) e, finalmente al riparo dal vento, abbiamo ascoltato la storia di questo incredibile monumento visitandone le vestigia con curiosità e stupore.

Notevole la vista panoramica. A nord monte Pellegrino con il golfo di Mondello a sinistra e Palermo a destra. A est monte Grifone e verso sud i monti che cingono Palermo.
Completato il giro, fatte le foto dalle torri, percorsi i vialetti sormontati da Viburno, Bosso ed alcuni alberi da frutto, ci congediamo dagli amici del CAS e ci avviamo per una stradina lungo il versante nord per un breve tratto, per poi tagliare fuori sentiero e raggiungere una stradina privata che, aggirando monte Caputo, ci riporta a Portella San Martino.

Dopo la pausa pranzo a San Martino, sempre ben guidati da Sabrina Introvaia, ci siamo spostati a Monreale, per la visita al Duomo.

Ci accoglie Padre Nicola dimostrandosi guida eccezionale, narratore colto e illuminante per le innumerevoli storie rappresentate dai mosaici bizantini. Non è possibile descrivere in poche righe la parola fatta di colori, immagini, dettagli quanto infinitesimali, quanto importanti. E’ davvero grande il grazie di tutti noi a Padre Nicola per averci fatto vedere coi suoi occhi cose che difficilmente avremmo potuto scorgere.

Il Duomo, nella sua magnificenza, richiede certamente altre visite.

Si conclude così la giornata, sempre ventosa e fredda, fatta di poco cammino ma caratterizzata da natura, storia e cultura.

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