Il 24 gennaio 2021,  Giornale di Sicilia ha dedicato una pagina monografica al progetto “Montagnaterapia” che l’ASP di Trapani ed il CAI di Erice proporranno in partenariato, come strumento di salute e benessere psico fisico. La “montagnaterapia” può aiutare a migliorare non solo la vita dei pazienti, ma quella dell’intera comunità ed il CAI Erice si sta impegnando a sviluppare un progetto nazionale, che adesso sbarca per la prima volta in Sicilia, a Erice. Montagna e medicina sono binomio inscindibile che produce effetti terapeutici, perché camminare in mezzo alla natura insegna a “rallentare”, a respirare e vivere tutti per un futuro sostenibile.

Nel corso della riunione convocata dal Sindaco di Erice Daniela Toscano e dall’assessore Vincenzo Di Marco, a cui hanno partecipato anche il dirigente del Demanio Foreste Giuseppe Giarrizzo e il vicesindaco Gianvito Mauro, la protezione civile e le forze dell’ordine, per parlare dei danni causati dal passaggio delle moto nei viali del bosco e lungo gli itinerari storici, il CAI Erice invitato al tavolo, torna a chiedere la tutela dei sentieri storici della montagna, avanzando una serie di proposte .

Si è tenuta il 9 gennaio 2021 (su piattaforma online) la prima Assemblea dei Soci della neo istituita “Sezione Erice e Agro Ericino – Club Alpino Italiano”. Con l’approvazione dello Statuto sezionale e l’elezione del Presidente e del nuovo Consiglio Direttivo, i numerosi soci presenti in Assemblea, hanno formalmente avviato la nuova Sezione del CAI di Erice. Il Club Alpino Italiano, opera in provincia di Trapani e nei comuni dell’Agro Ericino già dal 2016, presente prima come Presidio CAI Palermo e successivamente come Sottosezione CAI di Petralia Sottana, che ha svolto il ruolo di incubatore della nuova Sezione CAI ericina, traferendo tra i dirigenti valori e competenze.

Erice è la prima sezione del CAI che si insedia in provincia di Trapani. In questi anni il gruppo del Club Alpino, che è andato crescendo sempre più come numero di soci, è stato impegnato, oltre nell’organizzazione di molte escursioni e di diverse attività culturali nella sede comunale di via Apollinis, anche sul fronte della tutela dell’ambiente, della valorizzazione del patrimonio naturalistico e nella lotta agli incendi. Un impegno da parte dei soci, con in testa il reggente Vincenzo Fazio ed i componenti del Consiglio direttivo, che ha portato al riconoscimento da parte dei vertici nazionali del Cai. Un iter iniziato nel 2016 con la creazione di un primo presidio, per poi diventare sottosezione e adesso sezione autonoma. E sono diversi gli obiettivi che il Cai di Erice si prefigge. Tra le attività che saranno messe in campo c’è anche la montagna terapia.

“La Natura che genera armonia” è stato il tema dell’incontro che si è tenuto nella sede del Cai di Erice.

L’iniziativa, promossa dalla Sottosezione del Club Alpino Italiano-Sezione di Petralia, con il patrocinio del Comune di Erice, si è svolta nella suggestiva location della terrazza panoramica allestita dai soci volontari nella sede di via Apollonis, da dove si può ammirare un panorama mozzafiato su Monte Cofano e su tutto il golfo di Bonagia.

Nel 2020 il Club Alpino Italiano centrale ha individuato e riconosciuto la sede sociale della baita CAI Erice, come Punto di Accoglienza del Sentiero Italia CAI.

Spronati da questo prestigioso riconoscimento attribuito dal VPG Antonio Montani, i soci della Sottosezione CAI Erice e Agro Ericino hanno sviluppato, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, un importante progetto di valorizzazione delle aree verdi della montagna ericina.
Il progetto ha visto impegnati i soci volontari, per diversi mesi, nei lavori manuali di adeguamento e riqualificazione della baita sociale di via Piscina Apollonis, assegnata dal Comune in convenzione alla Sottosezione CAI di Erice.

Il Sentiero Italia (SI) è un sentiero escursionistico di lunga percorrenza lungo circa 6 880 km che attraversa le due grandi dorsali montuose della penisola italiana (Supramonte, Appennini e Alpi).

Il percorso, suddiviso in circa 400 tappe, parte dalla località di Santa Teresa di Gallura in provincia di Sassari e prosegue poi dalla Sicilia, partendo da Trapani, lungo tutta la dorsale appenninica e il versante meridionale delle Alpi fino a Muggia, in provincia di Trieste, utilizzando lunghi tratti di itinerari preesistenti quali la Grande Traversata delle Alpi, l’Alta Via dei Monti Liguri e la Grande Escursione Appenninica, attraversando in tutto 6 siti naturali UNESCO, 20 regioni e 360 comuni italiani.

Presentato a Trapani, nella ex sala consiliare di Palazzo D’Alì, il documentario “Sutt’u picu ru suli”. Il docu-film è stato realizzato, col patrocinio della Cineteca del Club Alpino Italiano, dall’ autore e regista Fabrizio Antonioli, dirigente e ricercatore dell’Enea e direttore della scuola di alpinismo del Cai di Palermo. Il film ripercorre, utilizzando immagini molto suggestive, la storia dell’alpinismo in Sicilia a partire dagli anni Trenta, con riprese dall’ alto fatte con il drone, interviste e testimonial d’eccezione come Sandro Maraini. Molte delle scene sono state girate a monte Cofano, Marettimo ed a San Vito lo Capo.
L’iniziativa, organizzata dal Cai di Erice e Agroericino, si è aperta con l’intervento del reggente Vincenzo Fazio, che ha ringraziato l’ amministrazione comunale per avere ospitato l’evento. Alla proiezione, realizzata in Sicilia come anteprima, hanno preso parte, oltre il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, il consigliere nazionale del Cai Mario Vaccarella, il presidente del Cai Sicilia Giuseppe Oliveri e la presidente della sezione Cai di Petralia Filippa Spitale. L’autore e regista del film ha motivato la scelta dei monti del Trapanese e delle isole Egadi per le riprese rimandando alle loro caratteristiche, che rendono questi rilievi molto simili alle dolomiti. I monti di Trapani sono in grado di attrarre flussi di appassionati di questo segmento di turismo tematico, rispettoso dell’ ambiente, in cui la destinazione offre rispetto alle Alpi e agli Appennini condizioni di clima mite, oltre che la compresenza del mare.

 

Una risalita lungo il versante Nord occidentale della montagna di Erice passando dal sole di Martogna alla nebbia del borgo medievale. “L’abbraccio di Venere” che ha reso ancora più suggestiva l’escursione dei soci Cai tra le stradine acciottolate ed i sentieri del bosco della vetta. È stata davvero una giornata carica di emozioni e scorci mozzafiato su Trapani ed il mare delle Egadi. Il tutto condito dalle tante storie arrivate dal passato che hanno accompagnato il gruppo alla scoperta degli angoli più suggestivi del monte. La giornata di trekking per i soci ed i simpatizzanti del Cai di Erice è partita dall’area demaniale di Martogna, percorrendo inizialmente i sentieri del bosco di questo polmone ad un tiro di schioppo dal centro urbano di Trapani, immergendosi nei profumi della pineta e della macchia mediterranea del posto. Dopo essere passati dal recinto dei pony e degli asinelli il gruppo ha iniziato la risalita lungo il versante ovest della montagna, in direzione “Castellazzo”, un promontorio che domina Trapani ed il litorale di San Cusumano, per poi percorrere un reticolo di mulattiere e strade sterrate che un tempo collegavano Erice con il territorio della valle. Alcuni itinerari sono molto antichi, tant’è che è rimasto il soprannome di “vecchia strada romana” nel tratto che passa sopra Martogna dirigendosi verso pizzo Argenteria e la vetta del Monte. Secondo la tradizione in questo versante della montagna dal 249 al 241, durante le guerre puniche, si sono combattuti Romani e Cartaginesi. Uno scontro che dopo la battaglia delle Egadi vide affermare il dominio dei Romani sul mar Mediterraneo. Proseguendo la risalita lungo il lato Nord-Est della montagna il gruppo è arrivato nei pressi della torretta di San Nicola, per poi addentrarsi in una zona alberata fino al sentiero Cai 601 di Sant’Anna, dove il cammino è proseguiti verso il centro storico di Erice per arrivare, dopo essersi addentrati in una lecceta, fino a porta Trapani, l’ingresso del borgo medievale. Dopo una immancabile sosta per assaggiare le tipiche genovesi ed i dolci della tradizione conventuale ericina, gli escursionisti si sono diretti verso la sede del Cai di Erice di via Apollonis, percorrendo le vie acciottolate del borgo avvolte dalla nebbia. In una atmosfera a tratti quasi surreale. Ad accogliere il gruppo nella baita comunale il referente della sottosezione del Cai di Erice e dei Comuni dell’Agroericino Vincenzo Fazio, che ha riscaldato i partecipanti alla giornata di trekking offrendo del buon vino. E dopo il pranzo a sacco una raffinata grappa. Come sempre non sono mancati i momenti di condivisione del cibo e delle bevande. L’escursione è quindi ripresa scendendo verso il quartiere Spagnolo, per poi immergersi nei silenzi dell’antico bosco, passando da sotto le chiese di Sant’Antonio e Sant’Orsola per poi risalire verso il “piede dei diavolo”. Luoghi pieni di fascino, tra tante storie e leggende. Il tutto nel magico contesto del bosco avvolto dalla nebbia. Il che ha reso ogni scorcio particolarmente surreale. Da porta Spada l’itinerario è proseguito, lasciandosi alle spalle la chiesa medievale di Sant’Orsola, dalla via dell’Addolorata e successivamente dal sentiero che costeggia le millenarie mura elimo-puniche, passando dalle portielle, dalle lettere puniche e dai torrioni che un tempo presidiavano il centro abitato ericino. Da porta Carmine il gruppo si è diretto, sempre costeggiando la cinta muraria, verso la Matrice di Erice e da qui a porta Trapani per iniziare la discesa verso Martogna dal sentiero Cai 601. La parte finale dell’escursione è stata salutata da un tramonto da incanto sul mare delle isole Egadi, con il sole che ha salutato il gruppo del Cai di Erice lasciando nel cielo delle autentiche pennellate di arancione e glicine. Dopo avere superato il convento di Sant’Anna, che si erge su pizzo Argenteria, gli escursionisti hanno quindi fatto rientro a Martogna, con un bilancio di fine escursione niente male: circa tredici chilometri con un dislivello di circa 650 metri ed un tempo di percorrenza di poco più di sei ore. Con il gruppo che è sempre rimasto compatto e senza eccessivi sfilacciamenti. Se non per le fisiologiche soste fotografiche. Impossibile non scattare foto davanti a panorami così belli e suggestivi.

Testo a cura di Mario Torrente

Foto di Fabio Mario