Arte, laboratori, percorsi storici e narrativi, artigianato e musica, ma soprattutto i tradizionali altari di pane. Tutto questo sarà la Festa di San Giuseppe a Salemi, dal 15 al 25 marzo. Fulcro delle iniziative il centro storico della cittadina trapanese, inserita nel club dei Borghi più belli d’Italia, che vede al suo interno anche il Palazzo dei Musei nell’ex Collegio dei Gesuiti. Saranno complessivamente nove le tradizionali ‘Cene’, realizzate con gli artistici pani lavorati a mano, visitabili da turisti e appassionati di storia che decideranno di recarsi a Salemi nei dieci giorni dedicati alla festa di San Giuseppe.

“Siamo davanti a un evento che si è guadagnato sul campo un posto di primo piano nel panorama delle iniziative di maggiore richiamo in Sicilia – afferma il sindaco di Salemi, Domenico Venuti -. Anche quest’anno, come in passato, abbiamo investito con convinzione nella festa che è il simbolo di Salemi e che richiama nel nostro borgo tanti visitatori, molti dei quali negli anni successivi ritornano con piacere a visitare la nostra città. Un successo che ci inorgoglisce e che ci spinge ogni anno a migliorare l’organizzazione, grazie anche alle associazioni che collaborano con grande forza di volontà”. Nei giorni della Festa di San Giuseppe il polo museale di Salemi – con il Museo della mafia e le altre sezioni dedicate all’archeologia, all’arte sacra e al Risorgimento – sarà aperto dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 20, mentre nelle giornate di sabato e domenica osserverà l’apertura continuata dalle 10 alle 20. Per il 17, 18 e 19 marzo, giorni clou della Festa di San Giuseppe, è stato istituito un servizio di bus-navetta da piazza Vittime di Nassiriya a piazza Libertà.

L’Amministrazione di Salemi ha curato le Cene di piazza Dittatura, all’interno del Palazzo del Comune, e di piazza Lampiasi, dentro la chiesa di San Bartolomeo. Altre Cene e altari sono previsti in piazza Libertà, nella sede della Pro Loco, piazza Alicia, largo Cappuccini, contrada Bagnitelli, via Monaci e via Cosenza. Il cartellone degli eventi collaterali, messo a punto dal Comune, prevede un percorso ideale tra la storia, il gusto e la tradizione che si snoderà soprattutto nel centro storico. Tra gli eventi previsti anche l’inaugurazione il 17 marzo della mostra ‘Ritualità, tradizione e contemporaneità del pane’, curata da Giuseppe Maiorana, che ospiterà una installazione del noto collettivo artistico ‘Alterazioni Video’. La mostra, che rimarrà aperta fino all’8 aprile, è stata realizzata in collaborazione con il Polo museale regionale d’arte moderna e contemporanea di Palazzo Riso, a Palermo. Non mancherà la musica, con le colonne sonore della ‘Sud Street Band’ e del gruppo folkloristico ‘Sicilia Bedda’, e i ‘Lassatiliabballari’. Il 18 e 19 marzo si potrà assistere all’inedito spettacolo di narrazione “Il vangelo secondo Giuseppe”, di e con l’attore Giacomo Guarneri, prodotto dall’associazione ‘La Pentola nera’.

“La Festa di San Giuseppe è il nostro fiore all’occhiello – sottolinea l’assessore comunale al Turismo, Vito Scalisi – ed è per questo che il Comune ha curato tutte le iniziative nei minimi dettagli. Vogliamo mostrare ai turisti le bellezze della nostra città, con un tuffo nella tradizione dei pani ma anche nell’arte e nella cultura rappresentate dai nostri musei e dai nostri monumenti”. La Festa di San Giuseppe darà spazio anche all’imprenditoria e artigianato locale: all’interno del chiostro di Sant’Agostino, infatti, si terranno i mercatini di primavera, con i prodotti degli imprenditori e artigiani della zona, mentre il 18 e il 19 marzo la Festa entrerà nel vivo con il tradizionale pranzo dei santi nelle Cene. In questi due giorni, in piazza Dittatura, l’associazione Ristoratori Aliciensi organizzerà anche la degustazione dal titolo ‘La pasta con la mollica e le 101 pietanze di San Giuseppe’. Domenica 18 marzo, infine, Salemi sarà meta degli appassionati di mountain bike con il ‘Raduno dei pani’, giunto quest’anno alla seconda edizione.

Scarica il programma della Festa di San Giuseppe a Salemi

Presentato il programma delle escursioni dei Cai di Erice. L’incontro, che si è tenuto nei locali della baita comunale di via Apollinis, la sede ericina della sottosezione del Clup Alpino Italiano, si è aperto con l’intervento del referente Vincenzo Fazio, che ha dato il benvenuto ai soci e simpatizzanti sintetizzando le uscite fatte in questi mesi di attività, dalle varie uscite organizzate in diverse zone del territorio, passando per i 110 chilometri di sentieri dell’Agroericino e per i diversi percorsi dei monti della provincia di Trapani e di Palermo fino ad arrivare nella più lontana delle isole Egadi, a Marettimo, dove si è tenuta una escursione indimenticabile che ha portano la bandiera del Cai fino a pizzo Falcone. Ma Fazio ha parlato anche degli incontri tenuti nella sede di Erice, come i corsi di formazione, e le iniziative per la tutela del patrimonio ambientale della montagna di Erice, dalla giornata ecologica per ripulire il bosco antico all’adesione al Comitato per dire basta agli incendi che la scorsa estate hanno devastato migliaia di ettari tra macchia mediterranea ed alberi. Programma escursioni Cai Erice primavera estateUn tema che ha visto il Cai di Erice avanzare anche delle proposte per prevenire i roghi ricorrendo alle nuove tecnologie.

Il calendario delle escursioni primavera-estate 2018 è stato illustrato da Monica Cassetti, componente del Consiglio direttivo della sottosezione dei Cai di Erice e dei comuni dell’Agroericino. Il primo appuntamento è per domenica 8 aprile, a pizzo Merio, nel territorio di Castellammare del Golfo. Si continuerà domenica 29 aprile a Rocca Busambra mentre il 6 maggio è in programma un trekking nell’isola di Marettimo, con i soci del Cai che faranno tappa nel faro di Punta Libeccio. Le escursioni proseguiranno il 20 maggio a Monte Sparagio ed il 3 giugno nella montagna di Erice, con un percorso ad anello da Bonagia a San Matteo passando dalla grotta di Polifemo. Altra uscita fuori dalla provincia di Trapani sarà nel fine settimana del 15 e 16 giugno nei Megaliti dell’Argimusco, nel Messinese. A luglio è invece in programma un’escursione nelle Riserva Foce del Fiume Belice e dune limitrofe, nel territorio di Castelvetrano. Il programma escursionistico si concluderà con una uscita notturna tra il 14 ed il 15 luglio a monte Grifone, per assistere allo spettacolo pirotecnico del Festino di Santa Rosalia, a Palermo, con il gran finale del sorgere del sole all’alba. Le escursioni sono riservate ai soci del Cai. E nel corso dell’incontro tenuto alla baita comunale del borgo medievale si sono registrare nuove adesioni, con diversi simpatizzanti che hanno deciso di iscriversi alla sottosezione dei Cai di Erice. È possibile tesserarsi per il 2018 (nuove iscrizioni) fino ad ottobre. Per i rinnovi c’è tempo fino al 31 marzo. L’iniziativa nella sede del Cai è proseguita con un momento formativo, a cura della vice reggente del Cai di Erice Angela Savalli, sulla tracciatura digitale con Gps su smartphone per la realizzazione di una mappa informatica tramite Google Earth e Google maps.

Avviata l’attività di monitoraggio e manutenzione ordinaria dei sentieri, da parte dei soci del Cai – sotto sezione di Erice e Agro Ericino. I lavori di manutenzione della segnaletica dedicata agli escursionisti, per camminare in sicurezza, sono nella montagna di Erice, lungo il sentiero “M-601 Sant’Anna” che dalla stazione della funivia di Casa Santa Erice porta direttamente alla vetta del monte arrivando a Porta Trapani, all’ingresso del centro storico dell’antico borgo medievale.
Un gruppo di volontari, coordinati dal vicereggente Angela Savalli, organizzati in due squadre, hanno percorso i sei chilometri di sentiero, effettuando il monitoraggio e la registrazione dello stato dei luoghi su apposite schede predisposte dal Cai. Contemporaneamente si è provveduto al ripristino della segnaletica orizzontale “bianco-rossa” tipica dei sentieri de Club Alpino Italiano ed alla rimozione delle tabelle a freccia segnavia, danneggiate da incendi e da vandalismo, ormai non più leggibili.
La segnaletica danneggiata sarà riparata o del tutto rifatta. I cartelli ed i pali danneggiati saranno riposizionati successivamente dai volontari.
L’attività di monitoraggio e manutenzione dei sentieri rientra nell’ambito della convenzione – in fase di stipula – con il Comune di Erice al fine di renderli fruibili ai camminatori in sicurezza e prepararli alla nuova stagione turistica. Lungo i versanti della montagna di Erice sono stati individuati e segnati quattro percorsi, ovvero i sentieri “M-601 Sant’Anna”, “M-602 Porta Castellammare – Tre chiese”, “M-603 Torretta Pepoli” ed “M-604 San Matteo”. Complessivamente, in tutto il territorio dei Comuni dell’Agro Ericino, sono stati mappati ed accatastati dal Cai Gr Sicilia 15 percorsi per una lunghezza complessiva di circa 110 chilometri.  Oltre a quelli di Erice, gli altri sentieri si trovano nei territori di Valderice, nel promontorio di Misericordia (M-605), Custonaci (M-606, M-607, M-608 e M-610),  San Vito lo Capo (M-609), Buseto Palizzolo (M-611, M-612 ed M-613) e Castellammare de Golfo (M-614 ed M-615).

A Trapani, tra agosto e settembre, è tempo di raccolta del sale. In queste settimane nelle saline che si affacciamo nel tratto di litorale che da Nubia arriva fino al territorio marsalese si rinnova un rito antichissimo di millenni, sicuramente da vedere, dove l’attività produttiva dell’uomo finisce col favorire le condizioni ideali per un ecosistema davvero unico. Siamo all’interno della Riserva naturale orientata delle Saline di Trapani e Paceco, un’autentica oasi per la biodiversità. Tra vasche, canali, vecchi mulini è possibile trovare una varietà faunistica e botanica incomparabile, che si inserisce in un paesaggio di grande bellezza, con da un lato monte Erice, dall’altro il mare dell’arcipelago delle Egadi. Un angolo di paradiso, regno dei fenicotteri rosa, aironi, cicogne e tante altri uccelli, come il cavaliere d’Italia, a spatola, l’avocetta (il simbolo della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco), la volpoca, il fratino, il fraticello e la garzetta. Sono stati censiti oltre duecento specie ornitiche. L’Area protetta, istituita nel 1995 e gestita dal Wwf Italia, si trova in una delle più importanti rotte dell’avifauna. Molti uccelli, in primavera ed in autunno, trovano riparo e cibo in questa grande area umida prima di riprendere il lungo volo migratorio. Ma molte specie affollano le vasche delle saline anche in inverno, dove trascorrono l’intera stagione grazie alle temperature miti di questa zona della Sicilia occidentale. Ricchissima anche la vegetazione, con circa 45O tipi di piante e varie specie vegetali endemiche. Tra le rarità che è possibile trovare c’è una piccola farfalla della famiglia dei limantridi, la “Teia dubia arcerii” e la “Platycleis drepanensis”, una cavalletta scoperta nel 2006 all’interno della Riserva delle saline, che rappresenta insomma un intreccio di ecostistemi dove l’attività produttiva dell’uomo legata alla raccolta del sale è in perfetto equilibrio con gli habitat salmastri, di acqua dolce e di terraferma. Anzi, in questo caso il sapiente lavoro dei salinai, grazie alla manutenzione ed alla pulizia di vasche e canali finisce, mantenendo vivo e inalterato l’ambiente, col favorire le condizioni ideali per questa oasi di biodiversità. Dove, oltre alla fauna ed alla flora, colpiscono i colori di questi paesaggi sospesi tra cielo e mare, con tonalità che vanno dal blu delle vasche più grandi e profonde, chiamate “fridde”, al rosa di quelle intermedie, dette “caure” fino al bianco delle “caseddi”, quelle viene raccolto il sale, depositato sugli argini per l’essicazione nelle tradizionali “montagnette” che rendono il litorale trapanese anche più caratteristico. Con i suoi canneti, gli isolotti, i canali ed i mulini, reperti di archeologia industriale che caratterizzano il paesaggio, regalando, con le loro pale, scatti davvero suggestivi, soprattutto al tramonto, quando il sole, specchiandosi sulle saline, “dipinge” il cielo di questo angolo di Sicilia con tonalità che vanno dal rosso al glicine, passando per svariate sfumature di giallo ed arancione. Un incanto, ogni giorno sempre diverso. Passeggiare tra le saline è davvero un’esperienza unica. Camminando tra le vasche, i canneti ed i canali si resta affascinati da un contesto incomparabile, capace di emozionare e catapultare i visitatori in un’esperienza sensoriale carica di immagini e odori. Andando in giro in questi sentieri, tra l’altro in alcune parti alla portata anche dei disabili, si resta catturati dalla magia di questa oasi e dal bianco abbagliante del sale, che qui chiamano “oro bianco”. Da secoli fonte di sostentamento per tante famiglie. E motore di sviluppo per l’economia locale. In quelle “gemme” di sale allo stato grezzo appena raccolto c’è tutto l’ingegno e la caparbietà degli uomini che con mille sacrifici sono riusciti a creare un modello dove natura e attività produttiva sono in perfetto equilibrio. Il lavoro dei salinai per la coltivazione del sale marino qui è fonte di vita. Non solo per le loro famiglie ma per l’intero ecosistema di questa oasi ambientale.

 

(foto e testo di Mario Torrente)

Al via il programma delle escursioni della sottosezione del Cai di Erice e dei Comuni dell’Agroericino. Da ottobre a marzo sono previste dodici uscite, quattro delle quali fuori dalla provincia di Trapani. I primi tre appuntamenti sono  concentrati nel territorio dell’Agroericino. Si partirà domenica 1 ottobre con un’escursione ad Erice, lungo il sentiero delle millenarie mura elimo-puniche per poi scendere lungo il sentiero Cai M-602 di Porta Castellammare – Tre Chiese. Si tratta di un itinerario molto paesaggistico, con panorami mozzafiato sul mare del golfo di Bonagia e Monte Cofano, passando per l’antico bosco di Erice, le chiese medievale di Sant’Orsola e Sant’Antonio, la discesa del “Piede del Diavolo”, l’ex cimitero ebraico, il Quartiere Spagnolo ed il versante dei Runzi, in un trionfo di colori e odori dove è possibile cogliere anche le essenze della mentuccia e del finocchietto selvatico. Dai Runzi inizierà la risalita per rientrare nel borgo medievale di Erice, percorrendo un sentiero caratterizzato da una vegetazione sempre più rigogliosa man mano che si arriverà al Castello di Venere ed alla Torretta Pepoli. Da qui, passando da sotto i giardini del Balio e dalla chiesa di San Giovanni, si rientrerà nel bosco antico, tornando a costeggiare le millenarie mura elimo-puniche per un ultimo tuffo tra storia e natura.

Dopo questa prima uscita, le escursioni della sottosezione Cai di Erice terneranno il 15 ottobre, a Bosco Scorace, nel territorio di Buseto Palizzolo, per poi spostarsi, il 29 ottobre a San Vito Lo Capo, a monte Monaco.

Di seguito il programma completo autunno – inverno 2017 del Cai di Erice

1 ottobre: Porta Castellammare-Tre Chiese – Erice;

15 ottobre: Bosco Scorace, Buseto Palizzolo;

29 ottobre: Monte Monaco, San Vito Lo Capo;

12 novembre: Rocca Busambra;

26 novembre: Intersezionale Petralia Sottana;

10 dicembre: Monte Inici, Castellammare del Golfo;

14 gennaio: Bosco di Alcamo;

28 gennaio: Pizzo Manolfo;

11 febbraio: Monte Sparagio, Custonaci;

25 febbraio: C.da Calemici – Terme Gorga, Calatafimi;

11 marzo: Vallone Pispisa, Segesta;

25 marzo: Rocca di Sciara, Caltavuturo (PA).

 

Sabato 9 e domenica 10 settembre a Nubia si terrà la nona edizione della rassegna “Rosso Aglio e Bianco Sale”. Due giorni all’insegna della valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e gastronomico della via del sale, nello splendido scenario della riserva naturale orientata delle saline di Trapani e Paceco, dove il sale viene raccolto ancora oggi con metodi tradizionali e preziose specie vegetali ed animali come gli eleganti fenicotteri rosa, affollano le vasche delle saline insieme a tante altre varietà migratorie e nidificanti.
Sarà possibile visitare alcuni dei luoghi più interessanti per fauna e flora dell’oasi WWF. Durante gli orari della manifestazione, inoltre, l’ingresso al Museo del sale resterà gratuito. Da non perdere la suggestiva raccolta del sale al tramonto, con i canti dei salinai, che si svolgerà ogni giorno con inizio al tramonto e chiusura in notturna. La celebrazione di un mestiere antico secoli, ma tutt’oggi praticato, che rappresenta un elemento inconfondibile della costa occidentale siciliana, da Trapani a Marsala, patrimonio della cultura locale da preservare e valorizzare. Presso il Museo del Sale di Nubia verrà allestito il villaggio gastronomico, con prodotti tipici e il mercato dei sapori a km zero. Su tutti due prodotti d’eccellenza della Sicilia occidentale: il sale marino di Trapani e l’aglio rosso di Nubia, entrambi presìdi Slow Food, che saranno protagonisti di cooking show, dimostrazioni ed approfondimenti che ne esalteranno il valore culinario e nutrizionale.

L’iniziativa è organizzata dal Comune di Paceco in collaborazione con l’associazione “Trapani Welcome”, la riserva naturale orientata delle saline di Trapani e Paceco, l’Associazione “Saline e Natura”, il consorzio Aglio Rosso di Nubia, l’Associazione “Salviamo i mulini”, la ProLoco di Paceco e il centro di Cultura gastronomica “Nuara”. Per informazioni e per prenotare le visite guidate è possibile contattare il numero 340 2427212 o visitare il sito: www.rossoaglio.it.

Riapre a Favignana, in collaborazione con l’Area Marina Protetta, il Museo Malacologico “Matteo Sercia” che riceve anche il Certificato di Eccellenza di Tripadvisor

Da qualche settimana, grazie a una convenzione con l’Area Marina Protetta “Isole Egadi”, è di nuovo possibile visitare, a Favignana, la “Casa Museo Matteo Sercia”, fondata da Gabriele Sercia nel settembre 2010: un meraviglioso mondo marino, nato dalla passione per il mare e la malacologia, ricco di bellezze ignote a molti, che si accumulavano nei cassetti. Il Museo malacologico, infatti, raccoglie un patrimonio, in parte ancora sconosciuto, di organismi di estrema bellezza e importanza ecologica e biologica, che espone in tre sale, dove è possibile avere una panoramica sul mondo marino. All’interno vi si possono osservare esemplari di echinodermi come Arbacia lixula, Paracentrotus lividus, Spaerechinus granularis, Acanthaster planci, crostacei e pesci, tra cui Rhinobatos rhinobatos, poi conchiglie appartenenti a molluschi mediterranei ed esotici, tra cui Rapana venosa, Xenophora crispa, Chlamys proteus.

La visita al museo si chiude con un vetrina dove sono allocati diversi molluschi endemici della Sicilia ed esemplari di gasteropodi e bivalvi dulciacquicoli. La visita è gratuita, e a fare da guida ci sono il titolare della Casa Museo, Gabriele Sercia, che prosegue con passione la tradizione, o il biologo marino Paolo Balistreri, dello staff dell’AMP.

Nelle passate stagioni la “Casa Museo” ha ricevuto numerose visite da parte di turisti inglesi, spagnoli, francesi, tedeschi e di un gruppo programmato dell’Esperanto. La struttura, negli anni, si è avvalsa della collaborazione con l’AMP, garantita dalla presenza di un collaboratore. Il museo è stato frequentato e elogiato, in qualità di struttura privata aperta al pubblico con ingresso gratuito ed ha ricevuto, di recente, il certificato d’eccellenza di Tripadvisor.

Il Museo malacologico è visitabile il Mercoledì dalle 17.00 alle 19.00 ed il Venerdì e Sabato dalle 21.00 alle 00.00. Per prenotare la visita, anche al di fuori degli orari previsti, si può chiamare contattare l’AMP alla email info@ampisoleegadi.it.

In occasione della “Giornata nazionale dei sentieri – in cammino nei parchi” si è tenuta un’escursione nel Santuario della Madonna dell’Alto organizzata dalla sezione Cai delle Madonie Petralia Sottana che, per l’occasione, ha ufficialmente festeggiato i suoi 90 Anni di sodalizio, dal 1927, anno della fondazione, al 2017. All’iniziativa hanno partecipato anche i soci della sottosezione Cai di Erice e dell’Agroericino che, assieme al gruppo della sezione “madre” di Petralia ed a quelli delle sottosezioni di Cacciamo e Polizi Generosa, hanno percorso il “Sentiero della pace”. Dopo circa quattro ore di cammino, tra diverse specie botaniche endemiche, come l’acero montano e la ginestra di Cupani, passando anche per una stupenda faggeta ed arrivando ad avvistare anche i daini a Pizzo del Diavolo, gli escursionisti sono arrivanti al Santuario della “Madonna dell’Alto”, a 1827 metri di altezza, dove nel primo pomeriggio hanno partecipato alla santa messa officiata da don Santino Scileppi. Dopo la celebrazione religiosa è stato festeggiato, con torta e spumante, il 90esimo anniversario della sezione di Petralia. Per l’occasione sono stati consegnati i gagliardetti per i Cai intervenuti. Il gruppo ha quindi fatto rientro a contrada Cella, a 1289 metri di altezza, da dove in mattinata era partita l’escursione.

Erice offre diversi spunti per fare delle passeggiate uniche tra storia e natura in grado di regalare forti emozioni. In un autentico tuffo nel passato, tra l’imponenza delle millenarie mura elimo-puniche, dove ancora echeggiano i tanti miti e leggende del passato ed il “respiro” dell’antico bosco. Un’oasi di pace praticamente ad un tiro di schioppo dal centro abitato, famoso in tutto il mondo, oltre che per le sue chiese e gli antichi monumenti, anche per i dolcini della tradizione conventuale.

Visitando il borgo medievale ericino, con le sue strade selciate ed i tanti campanili che svettano verso il cielo, è possibile anche immergersi nel “polmone” verde che incorona la cima del monte che fu della dea Venere: un vero e proprio angolo di paradiso, con i suoi silenzi e l’alone di mistero che pervade ogni angolo di questo luogo incantato.

Il percorso parte praticamente all’ingresso del paese, nei pressi di Porta Trapani, proprio davanti la Matrice, l’imponente e meraviglioso duomo di Erice con la sua torre campanaria che offre un panorama unico da un lato su Trapani e la sua falce, dall’altro sul borgo medievale e le sue tradizionali case di pietra, i giardini e le Torri del Balio. Il sentiero costeggia la millenaria cinta muraria del centro storico ericino, passando per porta Carmine e porta Spada ed arrivando fino al Quartiere Spagnolo ed alla sua suggestiva vista panoramica sul golfo di Bonagia e monte Cofano. Si tratta di un percorso davvero unico, che alterna passaggi in un caratteristico ponticello in legno ad “immersioni” nel verde degli alberi secolari: sempre con lo sfondo delle millenarie mura elimo-puniche, che si snodano in un percorso lungo circa 900 metri, caratterizzato dalla presenza di torrioni, portelle. La cinta muraria risale all’VIII A.C ed in alcuni blocchi, alcuni davvero grandi tanto che le mura vengono chiamate anche “ciclopiche“, è possibile vedere alcune lettere dell’alfabeto punico.

L’area del sentiero delle mura, ideale, oltre che per intraprendere un trekking lungo i molti percorsi che si snodano per i vari  del monte, anche per un pic-nic nel bosco, è praticamente alla portata di chiunque: passeggiando per i viali dell’antico bosco di Erice si può godere di un impareggiabile senso di tranquillità  che inebria i sensi. Permettendo di scaricare stress e ansie quotidiane. Superata l’area di sosta di porta Carmine il sentiero continua a scendere verso porta Spada ed il Quartiere Spagnolo, una antica caserma mai ultimata, che si affaccia sull’Agroericino e sul versante dei “runzi”, dove tra agosto e settembre è possibile andare a raccogliere delle squisite more. Da qui è possibile rientrare in paese dalla via dell’Addolorata, magari dopo avere visitato la suggestiva chiesetta medievale di Sant’Orsola, dove anticamente, il Venerdì Santo, uscivano i gruppi della processione dei Misteri. Continuando invece lungo la via Apollonis si  arriva nei giardini del Balio, raggiungendo così il Castello di Venere, dove anticamente sorgeva il tempio della dea dell’amore. Un luogo davvero magico, dove ancora echeggiando i miti ed i fasti del passato legati al culto di Venere.

 

 

(foto e testo di Mario Torrente)

Sabato 28 gennaio, si svolgeranno la conferenza stampa e il seminario di presentazione della rete sentieristica. Domenica si terrà un’ Educational Trekking Tour, che vedrà ripercorrere (da Erice a Custonaci) l’antico tracciato utilizzato per gli storici trasporti della Madonna di Custonaci per inaugurare la «Rete sentieristica dell’Agro-Ericino». All’evento sarà presente come testimonial d’eccezione la conduttrice televisiva Licia Colò.