Nel corso della riunione convocata dal Sindaco di Erice Daniela Toscano e dall’assessore Vincenzo Di Marco, a cui hanno partecipato anche il dirigente del Demanio Foreste Giuseppe Giarrizzo e il vicesindaco Gianvito Mauro, la protezione civile e le forze dell’ordine, per parlare dei danni causati dal passaggio delle moto nei viali del bosco e lungo gli itinerari storici, il CAI Erice invitato al tavolo, torna a chiedere la tutela dei sentieri storici della montagna, avanzando una serie di proposte .

Si è tenuta il 9 gennaio 2021 (su piattaforma online) la prima Assemblea dei Soci della neo istituita “Sezione Erice e Agro Ericino – Club Alpino Italiano”. Con l’approvazione dello Statuto sezionale e l’elezione del Presidente e del nuovo Consiglio Direttivo, i numerosi soci presenti in Assemblea, hanno formalmente avviato la nuova Sezione del CAI di Erice. Il Club Alpino Italiano, opera in provincia di Trapani e nei comuni dell’Agro Ericino già dal 2016, presente prima come Presidio CAI Palermo e successivamente come Sottosezione CAI di Petralia Sottana, che ha svolto il ruolo di incubatore della nuova Sezione CAI ericina, traferendo tra i dirigenti valori e competenze.

Erice è la prima sezione del CAI che si insedia in provincia di Trapani. In questi anni il gruppo del Club Alpino, che è andato crescendo sempre più come numero di soci, è stato impegnato, oltre nell’organizzazione di molte escursioni e di diverse attività culturali nella sede comunale di via Apollinis, anche sul fronte della tutela dell’ambiente, della valorizzazione del patrimonio naturalistico e nella lotta agli incendi. Un impegno da parte dei soci, con in testa il reggente Vincenzo Fazio ed i componenti del Consiglio direttivo, che ha portato al riconoscimento da parte dei vertici nazionali del Cai. Un iter iniziato nel 2016 con la creazione di un primo presidio, per poi diventare sottosezione e adesso sezione autonoma. E sono diversi gli obiettivi che il Cai di Erice si prefigge. Tra le attività che saranno messe in campo c’è anche la montagna terapia.

“La Natura che genera armonia” è stato il tema dell’incontro che si è tenuto nella sede del Cai di Erice.

L’iniziativa, promossa dalla Sottosezione del Club Alpino Italiano-Sezione di Petralia, con il patrocinio del Comune di Erice, si è svolta nella suggestiva location della terrazza panoramica allestita dai soci volontari nella sede di via Apollonis, da dove si può ammirare un panorama mozzafiato su Monte Cofano e su tutto il golfo di Bonagia.

Nel 2020 il Club Alpino Italiano centrale ha individuato e riconosciuto la sede sociale della baita CAI Erice, come Punto di Accoglienza del Sentiero Italia CAI.

Spronati da questo prestigioso riconoscimento attribuito dal VPG Antonio Montani, i soci della Sottosezione CAI Erice e Agro Ericino hanno sviluppato, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, un importante progetto di valorizzazione delle aree verdi della montagna ericina.
Il progetto ha visto impegnati i soci volontari, per diversi mesi, nei lavori manuali di adeguamento e riqualificazione della baita sociale di via Piscina Apollonis, assegnata dal Comune in convenzione alla Sottosezione CAI di Erice.

Il Sentiero Italia (SI) è un sentiero escursionistico di lunga percorrenza lungo circa 6 880 km che attraversa le due grandi dorsali montuose della penisola italiana (Supramonte, Appennini e Alpi).

Il percorso, suddiviso in circa 400 tappe, parte dalla località di Santa Teresa di Gallura in provincia di Sassari e prosegue poi dalla Sicilia, partendo da Trapani, lungo tutta la dorsale appenninica e il versante meridionale delle Alpi fino a Muggia, in provincia di Trieste, utilizzando lunghi tratti di itinerari preesistenti quali la Grande Traversata delle Alpi, l’Alta Via dei Monti Liguri e la Grande Escursione Appenninica, attraversando in tutto 6 siti naturali UNESCO, 20 regioni e 360 comuni italiani.

Presentato a Trapani, nella ex sala consiliare di Palazzo D’Alì, il documentario “Sutt’u picu ru suli”. Il docu-film è stato realizzato, col patrocinio della Cineteca del Club Alpino Italiano, dall’ autore e regista Fabrizio Antonioli, dirigente e ricercatore dell’Enea e direttore della scuola di alpinismo del Cai di Palermo. Il film ripercorre, utilizzando immagini molto suggestive, la storia dell’alpinismo in Sicilia a partire dagli anni Trenta, con riprese dall’ alto fatte con il drone, interviste e testimonial d’eccezione come Sandro Maraini. Molte delle scene sono state girate a monte Cofano, Marettimo ed a San Vito lo Capo.
L’iniziativa, organizzata dal Cai di Erice e Agroericino, si è aperta con l’intervento del reggente Vincenzo Fazio, che ha ringraziato l’ amministrazione comunale per avere ospitato l’evento. Alla proiezione, realizzata in Sicilia come anteprima, hanno preso parte, oltre il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, il consigliere nazionale del Cai Mario Vaccarella, il presidente del Cai Sicilia Giuseppe Oliveri e la presidente della sezione Cai di Petralia Filippa Spitale. L’autore e regista del film ha motivato la scelta dei monti del Trapanese e delle isole Egadi per le riprese rimandando alle loro caratteristiche, che rendono questi rilievi molto simili alle dolomiti. I monti di Trapani sono in grado di attrarre flussi di appassionati di questo segmento di turismo tematico, rispettoso dell’ ambiente, in cui la destinazione offre rispetto alle Alpi e agli Appennini condizioni di clima mite, oltre che la compresenza del mare.

 

Il Cai di Erice ha fatto tappa nella Riserva Naturale del Bosco della Ficuzza. I soci e simpatizzanti del Club Alpino Italiano, guidato da Rocco Chinnici, Monica Maria Cassetti e dal referente della sotto sezione ericina Vincenzo Fazio, hanno percorso i sentieri della grande area boschiva, alla scoperta delle bellezze e delle peculiarità storiche e ambientali di questa zona della Sicilia occidentale. L’escursione è partita dalla ex stazione di Ficuzza, per percorre inizialmente quella che un tempo era l’antica strada ferrata. È il tratto Godrano-Ficuzza-Ponte Drago, della linea che collegava Burgio, in provincia di Agrigento, con la stazione di Sant’Erasmo a Palermo. Da qui un tempo passavo i treni che collegavano queste zone nel cuore della Sicilia. La ex ferrovia è stata riconvertita in pista ciclabile e si può percorre in bici ed a piedi facendo una passeggiata davvero suggestiva camminando o pedalando nel verde. Ed ancora, tra i grandi alberi che avvolgono completamente escursionisti e ciclisti, si intravedono le vecchie tabelle ed una parte della struttura in legno dei binari poggiati di fronte ad un muro di contenimento dove sono ben visibili dei grandi archi. Il colpo d’occhio, attraversando questo tratto, è molto particolare. Altro momento molto suggestivo, per il contrasto tra luci ed ombre, è il passaggio nel tunnel della ex linea ferroviaria, la galleria “Portella di Cervo”. Il gruppo, dopo avere superato un altare dedicato a Santa Barbara, si è diretto verso il “Pulpito del Re”, un trono scolpito sulla roccia arenaria che il re Ferdinando IV di Borbone usava per cacciare stando seduto mentre i battitori spingevano le prede verso di lui. Un luogo decisamente suggestivo, avvolto nel verde dove non sono mancate le foto di gruppo ed i selfie. Nei pressi di questa “poltrona” reale, con tanto di scalinata, si trova un belvedere che si affaccia sulla Riserva naturale dominata da rocca Busambra. Qui si resta colpiti dal panorama che si può ammirare da questa “veranda” sulla “Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”, area protetta della Regione Siciliana, istituita nel 2000, la cui gestione è affidata all’Azienda Foreste e che si estende su una superficie di circa 7.398 ettari. L’escursione è quindi proseguita tra i sentieri addentrandosi nel bosco, in un contesto molto particolare, caratterizzato da grandi querce, i tronchi avvolti dal muschio e molte specie di funghi che hanno accompagnato la giornata di trekking del Cai di Erice in un itinerario ad anello di circa dieci chilometri. Tra i passaggi più particolari, l’arrampicata su un piccolo promontorio roccioso che ha regalato una vista a 360 gradi sul bosco, dominata da Rocca Busambra, con i suoi 1613 metri la cima più alta della catena dei monti Sicani e di tutta la Sicilia occidentale.Ed ancora, tra sentieri avvolti nel verde, canyon ed un’atmosfera dominata dai profumi e dai colori del bosco in autunno, ma con una luce e temperature decisamente primaverili, il trekking del Cai per il Bosco di Ficuzza, è proseguito fino ai laghetti coda di Riccio, dove il gruppo si è concesso un picnic nel prato verde a pochi metri dal grande invaso attorno al quale a cui si è sviluppata una fitta vegetazione, che ospita numerosi anfibi e uccelli acquatici. Anche questo è il regno delle querce. Ma qui si trova un esemplare monumentale di Quercus suber, con un’età stimata di circa 400 anni. Dopo il pranzo a sacco, che è stata anche l’occasione per assaggiare della frutta martorana fatta in casa ed ascolta una lettura proposta da Monica Maria Cassetti, componente del Consiglio direttivo della sottosezione del Cai di Erice e dei Comuni dell’Agroericino, l’escursione è proseguita per circa altri due chilometri e mezzo, sempre nel fitto bosco, per arrivare a Ficuzza alla “Casina Reale di cacci” fatta costruire da re Ferdinando I. Il bosco di Ficuzza era infatti la riserva di caccia del sovrano. Ed attorno al monumentale edificio, bellissimo ed imponente, che tanto ricorda ben più note e imponenti regge, è sorto il borgo di Ficuzza, dominato dalla “Casina di caccia” e dal suo grande prato verde. Che assicura un colpo d’occhio e scatti unici. Qui, con una ultima foto di gruppo con tanto di bandiera, si è conclusa la prima giornata di escursione del Cai di Erice nella Riserva del bosco di Ficuzza che è proseguita l’indomani con la risalita nella cima di Rocca Busambra, sempre guidata da Rocco Chinnici e Monica Maria Cassetti. Rocca Busambra è una delle montagne più belle della Sicilia, con la sua poderosa parete nord che domina il Bosco della Ficuzza. Questo suggestivo rilievo è è caratterizzata da un’infinità di canaloni che solcano la parete rocciosa, detti localmente “ciacche”. L’itinerario in linea è partito dall’estremità orientale della Rocca. Il gruppo ha percorso il sentiero verso ovest per piano Tramontana, arrivando cosi in una zona di pendii dolci che salgono, senza traccia obbligata, verso una spalla rocciosa che prosegue ‐ seguendo il ripido bordo della parete ‐ la cresta della Rocca fino a giungere ad una zona semi pianeggiante che conduce ad uno spiazzo poco sotto la vetta. Gli escursionisti sono quindi arrivati alla cima di Rocca Busambra, ad una altezza di 1.613 metri, godendo di una vista panoramica molto bella e spettacolare che abbraccia quasi tutta la Sicilia, dall’Etna alle Isole Egadi.

Domenica all’insegna dei profumi del bosco di Angimbè per i soci ed i simpatizzanti del Cai di Erice che hanno percorso i sentieri della sughereta, tra querce, arbusti e tante essenze arboree. L’area, gestita dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, custodisce oltre 700 specie botaniche e svariati vertebrati. Si tratta di una delle ultime e meglio conservate quercete della provincia di Trapani, la più grande della Sicilia occidentale. Durate l’escursione i gruppo ha percorso i vari sentieri, arrivando fino alla torretta della Forestale, da dove si può ammirare un panorama davvero mozzafiato circondati dal verde. Un “viaggio” a cui hanno fatto da contorno i tanti uccelli che volano nei cieli di Agimbè ed i funghi che crescono nel sottobosco con l’ornitologo Francesco Adragna ed il naturalista Stefano De Gaetano, entrambi dell’associazione “Bosco Angimbè”, che hanno illustrato le tante peculiarità delle specie presenti in questo grande bosco tutto da scoprire ma dove, purtroppo, sono ancora evidenti le ferite del terribile incendio che un anno fa ha devastato circa settanta ettari delle sughereta, facendo notevoli danni. I tronchi delle querce sono ancora anneriti e molte tabelle con le indicazioni sono andate distrutte. querce_bosco_angimbeFortunatamente la natura sta reagendo, ed il verde piano piano piano si sta riappropriando del sottobosco e delle chiome degli alberi. Durante gli oltre otto chilometri di escursione i soci ed i simpatizzanti del Cai si sono cimentati, con i binocoli, nel birdwatching, l’osservazione delle numerose specie di uccelli presenti, spiegati magistralmente da Francesco Adragna. Spazio alle foto anche per i tanti funghi, con Stefano De Gaetano che ne ha illustrato le caratteristiche, distinguendo le specie commestibili da quelli tossici. L’escursione è partita dal Centro didattico gestito dall’associazione “Bosco Angimbè”, impegnata nel portare avanti diverse iniziative nell’ottica dell’educazione ambientale e della valorizzazione del territorio. Il luogo ideale dove passare qualche ora di relax nell’area attrezzata dotata di tavoli da pic-nic oltre che di giochi per bambini. Il tutto completamente avvolto nel verde in una vera e propria oasi di pace e quiete. Da qui parte la mulattiera che, dopo una discesa immersa nella macchina mediterranea, si addentra nel bosco, tra querce da sughero, lecci ed altri alberi ed arbusti, come la roverella, il frassino, il pioppo, il carrubo, l’olivastro ed il corbezzolo, con i suoi squisiti frutti colorati. Ed ancora l’erica, il cisto ed il pungitopo, arbusti sempre verde che cresce nei sottoboschi delle leccete e delle pinete, facilmente distinguibile per le caratteristiche bacche rosse utilizzate come ornamento natalizio. Ma qui si trova anche il mirtillo e tante essenze arboree che accompagnano gli escursionisti in un trekking davvero da non perdere tra i profumi ed i silenzi del bosco Angimbè, il cui nome ha origini araba e significa “dentro la gebbia”, ovvero la vasca di pietra dove si trova l’acqua. Da sempre fonte di vita per tutti. E durante il tragitto, il gruppo è passata da un invaso con al suo interno rane e rospi. Del resto questa sughereta è la “casa” di molti animali, a partire dai mammiferi, come la lepre, la donnola, l’istrice, il riccio, il coniglio selvatico e la martora. Ma anche il regno di tante specie di uccelli, come il falco pellegrino, la poiana ed il gheppio. Ma anche del gufo, della civetta e del barbaggiani. Insomma, un bosco ricco di vita e davvero tutto da scoprire camminando e respirando lentamente, aprendo i sensi ai doni di madre natura, da osservare in ogni suo angolo con gli occhi del cuore. Cielo compreso, dove gli uccelli accompagno in volo gli escursionisti alla scoperta di questo angolo di Sicilia capace di regalare un senso di pace e quiete davvero impareggiabile. Sensazioni che hanno caratterizzato l’escursione del gruppo Cai di Erice, che si sono immersi in un contesto molto particolare, complice anche un giornata autunnale dopo le abbondanti piogge del giorno precedente. Il che ha esaltato ancora di più i profumi del bosco e l’odore delle terra, ancora umida per la pioggia. Un trekking condito anche dagli squisiti corbezzoli raccolti e subito assaggiati dagli escursionisti. La giornata all’insegna delle bellezze paesaggistiche e naturalistiche nella sughereta si è conclusa con un pranzo a sacco nel Centro didattico dell’associazione “bosco Angimbè” accompagnato da buon vino e miele prodotto in loco. Un finale, insomma, all’insegna dei buoni sapori e della gastronomia che non può mancare mai nei trekking delle terre di Sicilia. Dove le bellezze di madre natura si uniscono sempre alle prelibatezze ed alle peculiarità dei prodotti  locali. Un valore aggiunto che riesce sempre a fare la differenza.

Mario Torrente

 

(foto Mario Torrente)